La guida turistica spunta dall’app
Inventata da una milanese l’app delle visite hi-tech Battesimo a Venezia, ora tocca ai monumenti cittadini
La guida turistica diventa hi-tech, il tour a portata di smartphone. Dall’idea della milanese Alessandra Moro è nata Artin, la app dei «ciceroni digitali»: dopo il debutto a Venezia, arriva in città.
Era in piazza San Marco. Nel fiume di parole di una visita di gruppo. Nel caos mai calmo del turismo in Laguna. «Ascoltavo il racconto preconfezionato della guida, che quel giorno spaziava tra riferimenti artistici e letterari. Il suo discorso riusciva a farmi viaggiare con la mente. In quel momento è scattata l’idea di costruire un format che potesse raccontare l’arte su alti livelli ma a portata di smartphone», racconta Alessandra Moro, quarantenne milanese. Ha studiato Filosofia in Cattolica, poi negli anni si è appassionata alla musica e ha iniziato a cantare dal vivo per andare oltre la propria timidezza. Però è con l’arte e per l’arte che voleva costruire qualcosa di buono per il Paese che ama. Quel giorno a Venezia, senza saperlo, stava nascendo Artin, la sua app per far esplorare le città d’arte in un modo diverso. Per farle rimanere appiccicate anche a chi dal gesto artistico non ha mai sentito nessuna fascinazione: «Perché l’Italia è bellissima ma mal raccontata. La nostra ambizione è trovare una chiave diversa, mai noiosa. Qualcosa che puoi accendere e spegnere con un clic. E arrivare anche dove di solito non passa nessuno», racconta Moro.
Ad agosto scorso, la guida di Venezia era online con più di 400 pagine di contenuto inedito e 20 ore di audio video. «Amata anche in modo ossessivo dagli stranieri, è il simbolo della vacanza dei sogni. L’emblema anche di quelle città belle ma dove spesso si finisce per non vedere quello che merita». Perché la marea del turismo schizofrenico ti trascina altrove e non è facile tenere gli occhi aperti davanti alle chicche nascoste: «I nostri percorsi guidati sono il valore aggiunto. Ovviamente integrati da ristoranti, negozi e tutto il contorno. Sempre in un formato di un minuto, massimo minuto e mezzo per cogliere l’attenzione del viaggiatore quando si trova in un punto della città. E lì deve solo farsi abbracciare dal racconto».
Dimenticate le audio-guida che si mettono nelle cuffie normalmente al museo. Perché gli itinerari di Artin sono recitati da Matteo De Mojana, giovane attore milanese del Piccolo, habitué dell’Elfo, oltre che doppiatore e speaker radiofonico: «Avevo sentito la sua voce durante una mostra al Poldi Pezzoli. Proprio in quei giorni facevo casting distribuendo locandine per i teatri milanesi». C’era scritto: «Cercasi bella voce per applicazione artistico culturale per raccontare le meraviglie dell’arte in Italia». «E, gioco del destino, il primo a rispondere è stato proprio lui», ricorda ancora Alessandra Moro. Da lì alla squadra si sono aggiunti videomaker e fonici. E soprattutto gli esperti. Lo storico dell’arte Stefano Zuffi, il giornalista Marco Carminati, la critica Alessandra Novellone. Ma anche architetti e professori: «Sono orgogliosi di partecipare a qualcosa che è divulgativo in una chiave diversa. Raccontano i segreti di opere e luoghi, come fosse un backstage».
Da agosto l’applicazione è in download gratuito per iPhone e Android. «Ci stiamo autofinanziando per cercare di consolidarne il ruolo in rete. La difficoltà maggiore per me è proprio capire le logiche del marketing digitale, ma viviamo l’orgoglio di aver creato una bella cosa da zero. A breve lanceremo una campagna di crowdfunding».
Prossima tappa del viaggio sarà Milano, che sarà pronta per la primavera. Poi toccherà a Firenze, Roma e Napoli: «Abbiamo già selezionato i luoghi e raccolto molti brani, ma devo testarli uno per uno. Proprio ieri, ad esempio, nella basilica di Sant’Eustorgio ho ascoltato il racconto della nostra critica per tagliarlo, correggerlo e renderlo adatto all’uso dei turisti».