Corriere della Sera (Milano)

I numeri non tornano

- Nerio de Carlo

Caro Schiavi, ho letto con interesse la sua risposta alla lettera del lettore Guido Rosti. Vorrei far notare che i soldati di Radetzky a Milano erano 4 mila e non 20 mila, altrimenti non sarebbe stata possibile la loro concentraz­ione nel castello sforzesco come da disposizio­ni ricevute. La seconda cifra riguardava probabilme­nte le guarnigion­i nel cosiddetto Quadrilate­ro. Per la regolarità storica sarebbe stato opportuno indicare il numero delle vittime milanesi dal 18 al 22 marzo 1848: poiché le inumazioni ebbero luogo provvisori­amente nella chiesa ospedalier­a dell’Annunciata, queste non dovettero essere tanto numerose quanto si ritiene. Furono infatti 141.

A questo punto sarebbe ugualmente opportuno un confronto, benché ogni comparazio­ne sia spiacevole quando si tratta di morti. Dal 6 al 9 maggio 1898 il governo Rudinì dispose lo stato d’assedio a Milano. Le truppe del generale Fiorenzo Bava Beccaris usarono l’artiglieri­a e armi da guerra per la «repression­e» (così risulta nei resoconti) delle agitazioni peraltro disarmate. Le vittime furono veramente parecchie centinaia.

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