GLI ERRORI DI ADULTI E STUDENTI
In questi giorni l’occupazione del Manzoni. A novembre l’irruzione di un gruppo di studenti all’apertura dell’anno accademico dell’Università Bicocca. Da una parte un buon liceo classico; dall’altra un ateneo che annovera otto dipartimenti d’eccellenza e si colloca ai vertici della recente graduatoria del Miur. Manzoni e Bicocca sono episodi di una protesta che ha tra i primi obiettivi l’alternanza scuola-lavoro, obbligatoria dal 2015. Sono episodi che rivelano due errori. Il primo è quello del «mondo adulto» (scuola, istituzioni, imprese), che non ha saputo spiegare bene che cos’è l’alternanza e perché conviene agli studenti, all’occupazione e al Paese, lasciando che se ne diffondesse una vulgata economicistica e di modesto profilo.
L’alternanza, come spiegano i pedagoghi del lavoro, non è l’addestramento e non è solo il ponte tra scuola e lavoro: è un metodo didattico che serve ad aumentare le competenze personali (non quelle specialistiche) e ha come fine la formazione integrale dello studente: un plus essenziale in un’epoca di innovazioni dirompenti. Il secondo errore è degli studenti, che dovrebbero battersi perché l’alternanza scuola-lavoro — occasione da non perdere, non leva di sfruttamento — sia fatta bene: non limitarsi a rifiutarla. È anche grazie a una buona gestione dell’alternanza che la Germania sta adeguando il mondo del lavoro alla rivoluzione industriale in corso. E i risultati occupazionali si vedono.