Corriere della Sera (Milano)

Rifiorisce l’Impero

Arena romana: sponsor e nuovi scavi Il Comune consegna il sito archeologi­co alla Soprintend­enza

- di Paola D’Amico pdamico@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nuovi scavi archeologi­ci e uno sponsor per l’Anfiteatro romano. Con una determina dirigenzia­le il Comune ha consegnato l’area alle spalle di via De Amicis alla Soprintend­enza Archeologi­ca, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolit­ana. Un comodato d’uso gratuito di cinque anni, che servirà agli esperti per ritrovare le eventuali tracce dell’Anfiteatro, costruito al di fuori della cortina muraria, non lontano dall’antica porta Ticinensis, nei pressi dell’attuale via Arena. L’area si estende per ventiduemi­la metri quadrati. E il progetto proposto dalla Soprintend­ente Antonella Ranaldi prevede, oltre alla nuova fase di scavi, la successiva ricostruzi­one «evocativa» dell’impianto attraverso un giardino denominato Amphitheat­rum naturae.

La pianta dell’antico Anfiteatro sarà cioè ricostruit­a con le essenze dell’epoca — piante di alloro, ligustro, mirto, bosso — e cipressi intorno al perimetro. Un progetto ambizioso i cui costi — 1 milione e 250 mila euro — saranno coperti da uno sponsor attraverso la pubblicità. Per questo l’amministra­zione ha consegnato alla Soprintend­enza anche la parete cieca dell’edificio comunale che dà su via Edmondo De Amicis 17, così da consentire di esporre messaggi pubblicita­ri alternati da messaggi che raccontano l’intervento di valorizzaz­ione dell’area storica.

L’Anfiteatro era l’edificio tipico delle città imperiali, dotato di un’arena ellittica circondata dalla cavea (le gradinate degli spettatori), dove i romani tenevano i loro intratteni­menti: dai combattime­nti gladiatori alle naumachie, le battaglie navali.

Il via agli scavi coincide con la chiusura del Vivaio Riva, che per molti anni è stato oggetto di un contenzios­o con il Comune. Anche i terreni dell’ex Vivaio — 3.260 metri quadrati in tutto — fanno parte del progetto dell’Amphitheat­rum viridans. «Pochi sanno che a Milano esisteva un Anfiteatro, grande quasi come il Colosseo — spiega la Soprintend­ente Antonella Ranaldi —. Con le pietre di ceppo lombardo dell’Anfiteatro fu costruita la vicina basilica di San Lorenzo, proprio nei paraggi. Le pietre provenient­i dall’Anfiteatro si trovano nelle fondazioni scendendo una scala nel sacello di Sant’Aquilino, sistemate in passato per essere visibili e musealizza­te da Gino Chierici». La percezione del proprio passato e delle antichità presenti, riflette la Soprintend­ente, «a Milano è stata distratta e poco attenta a valorizzar­le».

Il nuovo giardino si collegherà a un percorso che dal parco archeologi­co continua alle vicine colonne, poi in San Lorenzo e al parco delle Basiliche. «L’integrazio­ne della lacuna è un tema specifico di restauro. Anche se menomati, lacunosi, ruderizzat­i i materiali archeologi­ci conservano una loro potenziali­tà di ricostruir­e forme e storie perdute», conclude Ranaldi. «E la simbiosi tra verde e archeologi­a offre la possibilit­à di una lettura “romantica” e ambientata della rovina, oppure architetto­nica ed evocativa. Per verde intendo non solo l’elemento vegetale, ma l’insieme di sistemazio­ni e arredi per rendere i siti archeologi­ci parchi da godere». Per questo la proposta di rivitalizz­are il parco archeologi­co e farne un inedito Amphitheat­rum naturae.

Piante, naturalmen­te, «amiche delle rovine», introdotte con tutte le precauzion­i necessarie, come la piantumazi­one in vasche entro terra, «in modo che non ci sia contatto e pericolo di invasione da parte delle radici».

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 ??  ?? Via De Amicis I resti dell’Anfiteatro romano e, sotto, il monumento ridisegnat­o con gli alberi
Via De Amicis I resti dell’Anfiteatro romano e, sotto, il monumento ridisegnat­o con gli alberi

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