Concessionaria fantasma, scoperta la mente della mega truffa
La «mente» della truffa della concessionaria fantasma di Dergano ha un nome e un cognome certi. Non era affatto un passaggio scontato, quello «conquistato» dai carabinieri del Nucleo investigativo, proprio per la particolare caratura criminale del personaggio che ha sempre vissuto di raggiri, barando e soprattutto depistando anche sulla propria reale identità. Dopo aver scoperto chi sia, non «resta» che trovarlo: probabile abbia superato il confine in direzione dell’Est Europa, magari nella stessa ex Jugoslavia dove sarebbero arrivate le macchine rubate, una ventina, tutte già pagate e fatte sparire nel corso di una notte di fine luglio dal salone con sede in affitto in via Butti. Erano vetture «importanti» (Audi, Bmw, Land Rover e perfino Porsche) con valutazioni inferiori ai prezzi di mercato, in ottime condizioni, con un chilometraggio minimo in quanto servite solo per dei test, dunque appetibili per i clienti i quali si erano fidati. Si erano fidati sia delle condizioni delle stesse macchine, che avevano visto di persona e provato in più di una circostanza, sia della «pubblicità» positiva della concessionaria presente sul sito Autoscout24, i cui vertici si erano dichiarati da subito estranei a ogni colpa: questa «vetrina», nota a chi vuole acquistare un’auto, aveva definitivamente convinto gli aspiranti proprietari a effettuare i bonifici. Fin quando, per appunto, il salone era stato svuotato. I carabinieri avevano presto fermato il titolare del salone di Dergano, un giovane di nome Giuseppe Salvatore Turco, che era scappato a Trento dove ha una residenza: rintracciato, fra le lacrime aveva giurato d’essere stato a sua volta una vittima, una versione che ancora oggi ripete. Potrebbe non mentire, o almeno non completamente, poiché potrebbe esser stato «manipolato» da questo mister X (gli investigatori preferiscono non rivelarne l’identità), abile pure a intascare l’intero bottino senza lasciare nessuna traccia bancaria. Ma forse soltanto per adesso.