Corriere della Sera (Milano)

Un migrante su sette in Lombardia E Milano è capofila nell’accoglienz­a

Oltre 26 mila nel 2017, trend in calo. «I centri profughi restano sotto pressione»

- © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Pierpaolo Lio

Oltre la polemica politica, ci sono i numeri. In Lombardia i migranti ospitati nelle strutture d’accoglienz­a al 31 dicembre 2017 sono 26.519. Vale a dire il 14 per cento del totale nazionale. Un dato che la conferma con ampio margine al primo posto tra le regioni (d’altronde la quota è calcolata in base alla popolazion­e), seguita dal Lazio distante cinque punti. Per avere una fotografia della distribuzi­one delle presenze provincia per provincia bisogna però fare qualche passo indietro e tornare a fine ottobre. In quei giorni il totale lombardo segnava 25.663. In testa, la città metropolit­ana di Milano, con i suoi 7.062 richiedent­i asilo. Poi, la provincia di Brescia, che si fermava a 2.840, e quella di Bergamo (2.517). Sopra quota duemila anche Monza e Brianza (2.087), tallonata dai 1.975 del Varesotto, dai 1.920 del Pavese e dai 1.902 del Comasco. Infine, le province di Cremona (1.399), Lecco (1.321), Lodi (911) e Sondrio, che si fermava a 772. Per avere un’idea del trend del fenomeno migratorio è utile anche dare uno sguardo alla situazione a fine 2016, quando il totale dei migranti era poche migliaia in meno: 23.318, pari al 13 per cento.

Va ricordato che l’anno che si è appena concluso ha avuto due facce. Nel primo semestre l’ondata di sbarchi e, di riflesso, di arrivi qui in regione ha registrato numeri da primato. Con l’estate, la svolta: il flusso ha subito una brusca frenata. A livello italiano (dove i dati sono aggiornati a fine dicembre) il numero di migranti che hanno raggiunto le nostre coste si è abbattuto di un terzo rispetto al 2016. Andamento simile anche in Lombardia, dove però i dati noti si fermano allo scorso settembre. Il 2017 inizia subito forte: 825 a gennaio (contro i 790 di un anno prima), 1.379 a febbraio (contro 402), e di questo passo fino a giugno. A luglio si cambia: 1.766 contro 2.216. Prosegue così anche ad agosto (482 invece di 1.425) e settembre (664 contro 2.400).

Eppure, nella Milano presa a modello per il suo protocollo d’accoglienz­a diffusa, come nel resto della Lombardia, qualcosa ancora non va. «I flussi sono diminuiti ma le strutture non si svuotano allo stesso ritmo — segnala Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca che gestisce diversi centri tra cui l’ex hub Sammartini — Il blocco è nelle commission­i territoria­li che seppur potenziate faticano: sono ferme alle richieste d’asilo del 2016. E molti nostri ospiti aspettano in un limbo da un anno». L’altro aspetto critico lo sottolinea Laura Zanfrini, professore di Sociologia delle migrazioni alla Cattolica che collabora con l’Ismu: «In un sistema come quello lombardo, che può contare su una società civile molto attiva e che tradiziona­lmente ha una capacità di risposta molto forte, ci sono comunque tanti problemi. Come quello dei diniegati», cioé i migranti a cui è rigettata la domanda d’asilo, «che ricevono il foglio di via ma restano di fatto sul territorio in situazioni di grande difficoltà».

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