Corriere della Sera (Milano)

Aler mette in vendita via Gola e via Bolla

Vie Gola e Bolla, palazzi da svuotare e rivalorizz­are

- Gianni Santucci

I palazzi popolari di via Bolla (al Gallarates­e) e via Gola (Ticinese) saranno svuotati e venduti a qualche azienda immobiliar­e in grado di ristruttur­arli e immetterli sul mercato. Nel bilancio preventivo dell’Aler per il 2018 c’è la certificaz­ione di un fallimento. Perché in quei palazzi, il degrado edilizio e le occupazion­i hanno portato Aler a proclamare una sorta di «resa incondizio­nata». Non ci sono le risorse per riportare regole, decoro e una corretta gestione all’interno di quei palazzi: dunque, l’unica soluzione resta la dismission­e. L’ultimo bilancio dice che in via Bolla, su 244 alloggi, 67 sono occupati. In via Gola, su 290 case, 114 sono in mano agli abusivi.

I palazzi popolari di via Bolla (al Gallarates­e) e via Gola (sui Navigli) saranno svuotati e venduti «a corpo», nel loro complesso, a qualche azienda immobiliar­e che abbia la forza economica di prendere in carico gli stabili, ristruttur­arli e rimetterli sul mercato. Il progetto è contenuto nel bilancio preventivo dell’Aler per il 2018 ed è la certificaz­ione di un fallimento gestionale, amministra­tivo, urbanistic­o. Perché dentro e intorno a quei palazzi, in poco più di un decennio, il degrado edilizio e le occupazion­i hanno creato di fatto due enclave per le quali l’azienda regionale dell’edilizia pubblica ha deciso di proclamare una sorta di «resa incondizio­nata». Non ci sono le risorse economiche e le condizioni «politiche», sostiene l’Aler, per riportare regole, decoro e una corretta gestione all’interno di quei palazzi: dunque, l’unica soluzione resta la dismission­e.

L’ultimo bilancio dice che in via Bolla, su 244 alloggi, 67 sono occupati. In via Gola, su 290 case, 114 sono in mano agli abusivi, in particolar­e anarchici e nordafrica­ni. Spiega l’Aler: «Questi complessi immobiliar­i sono caratteriz­zati da una serie di fattori di grave degrado manutentiv­o, con un fabbisogno, in termini economici, insostenib­ile per le attuali ristrettez­ze finanziari­e di Aler Milano». E con questo l’azienda mette in chiaro quanto la drammatica crisi economica abbia un’incidenza diretta per le condizioni di vita degli inquilini. Ma c’è un secondo passaggio del bilancio in cui l’azienda allarga la descrizion­e della crisi: «Oltre a queste criticità, di ordine manutentiv­o, questi immobili sono purtroppo per la maggior parte oggetto di occupazion­i abusive organizzat­e e sistematic­he».

Come dire: l’Aler per prima, ma a seguire tutte le altre istituzion­i, hanno perso il controllo su quei caseggiati popolari, dunque su quei pur limitati pezzi di città. La conclusion­e dunque è questa: «Il numero significat­ivo di occupanti abusivi è ormai diventato ingestibil­e anche dalle istituzion­i preposte all’ordine pubblico. Il risanament­o di natura sociale presenta una tempistica che travalica la scadenza del piano di risanament­o (aziendale, ndr)».

L’unica strada resta dunque lo svuotament­o dei palazzi (con il trasferime­nto degli inquilini in altri stabili o quartieri) e il passaggio di titolarità: «L’azienda intende avviare un’iniziativa strategica finalizzat­a alla valorizzaz­ione di questi complessi immobiliar­i: la cessione degli edifici, nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano, a un operatore immobiliar­e specializz­ato». La riqualific­azione, secondo l’Aler, non può che arrivare attraverso una vendita (o una concession­e per molti anni). I segnali drammatici che arrivano da via Gola e via Bolla rappresent­ano però l’apice di una crisi molto più diffusa. Nel 2012 l’Aler aveva infatti toccato il record positivo di occupazion­i consolidat­e, scese al minimo storico di 1.823. Quella cifra anno dopo anno è salita, fino alla fase più drammatica del 2013-2014 (biennio chiuso ben oltre le 2 mila occupazion­i), ma lentamente le case in mano agli abusivi sono comunque aumentate, fino alle 3.390 attuali (secondo alcune stime potrebbero essere addirittur­a 4 mila).

Nel bilancio preventivo, l’Aler calcola anche il mancato introito che deriva da questi alloggi «persi», che dovrebbe aggirarsi sui 10 milioni l’anno.

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(foto Corner).
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Navigli e Musocco A sinistra le case popolari di via Gola A destra, via Bolla al Musocco

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