Sala e l’abuso d’ufficio «Poco rispetto»
«Come sempre, rispetto istituzionale poco, queste cose si sanno dai media». Il sindaco Beppe Sala accoglie così la notizia data dalle agenzie della richiesta da parte della Procura generale di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio nell’inchiesta sulla Piastra di Expo. Il primo cittadino risponde, in concorso con l’ex manager Angelo Paris, dell’affidamento diretto alla Mantovani della fornitura di 6 mila alberi per l’evento procurandole «un ingiusto vantaggio patrimoniale». «È una notizia non tanto nuova, non c’è nessuna novità — dice a margine di un evento alla Villa Reale di Monza — non è una cosa inattesa —. Non è nuovo neanche il metodo: come sempre, rispetto istituzionale poco e queste cose si sanno dai media. Sono tranquillo e non commento, lascio parlare i miei avvocati». Passano poche ore e la replica dei legali è affidata all’avvocato Salvatore Scuto. Parla di vicenda processuale «surreale» e «anomala». «Avevamo assistito per ben due volte all’anticipazione di notizie sensibili per le indagini attraverso gli organi di stampa. Difficile credere alle capacità divinatorie di un’agenzia di stampa, assai semplice verificare come si sia in presenza di una continuata violazione di norme che prima che tutelare l’indagato, tutelano gli equilibri del processo un tempo denominato “giusto”». Va all’attacco l’opposizione a eccezione di FI. Fratelli d’Italia con Riccardo De Corato reitera la richiesta di dimissioni. «Il sindaco è già a processo per falso. I milanesi per la prima volta dopo il 1945 si ritroveranno con un sindaco sotto processo nel corso del suo mandato. Non era accaduto neppure ai tempi di Tangentopoli. Cosa deve ancora succedere perché si dimetta?». Non chiedono le dimissioni i 5 Stelle, ma il giudizio sulle qualità di amministratore è duro. «Sala ha ricevuto un altro rinvio a giudizio — attacca il candidato alla presidenza della Regione, Dario Violi —. È considerato un amministratore di quelli capaci; peccato però che abbia pagato gli alberi dell’esposizione quattro volte di più di quanto li avremmo pagati dal vivaista sotto casa». «Mentre il Movimento seleziona cittadini onesti, capaci e volenterosi — aggiunge il pentastellato Gianluca Corrado — la Procura chiede il rinvio a giudizio per Sala, accusandolo di aver mal gestito milioni di euro pubblici». C’è anche la Lega con Massimiliano Bastoni: «Per una falsa notizia ha costretto alle dimissioni Antonio Barbato dal comando della polizia locale, ora quando un vero rinvio a giudizio arriva a lui finge di nulla». Ma non tutto il Carroccio la pensa come Bastoni. In difesa del primo cittadino arriva il governatore, Roberto Maroni (anche lui a processo per una vicenda giudiziaria indirettamente legata a Expo). Non fa cenno all’inchiesta, ma il senso è chiaro: «Voglio ringraziare Sala per la forte e leale collaborazione e per il lavoro straordinario che ha fatto, senza di lui Expo non ci sarebbe fatto. Invece è stato una vetrina straordinaria per mostrare che l’Italia fa bene le cose, un biglietto da visita incredibile, e oggi la Lombardia trae ancora vantaggi grazie a Expo».