Corriere della Sera (Milano)

Animali esotici Un’emergenza

Mancano rifugi per animali esotici abbandonat­i o fuggiti dai proprietar­i Rettili, ma anche pappagalli e merli La Regione: i Comuni si attrezzino

- Paola D’Amico pdamico@corriere.it

Trovare casa a un criceto e (forse) anche a un furetto è possibile. Ma lo stesso non si può dire dei 21 serpenti e degli altrettant­i pappagalli (diversi i parrocchet­ti soccorsi) recuperati dai volontari e curati nel pronto soccorso dell’Enpa.

Possibile trovare casa a un criceto e (forse) anche ad un furetto. Ma che dire dei 21 serpenti e degli altrettant­i pappagalli (inseparabi­li, calopsitta, parrocchet­ti) recuperati dai volontari e curati nel piccolo ma efficiente pronto soccorso di Enpa, in via Gassendi 10? Se per gli animali selvatici, volpi, piccioni, tassi, allocchi, aironi e molti ancora, dopo le cure è possibile il rilascio in natura, per gli animali cosiddetti «non convenzion­ali» ed esotici è spesso un terno al lotto. La storia dei serpenti che circolano liberi in città si ripete con puntualità ogni estate: «Chi li detiene va in vacanza — racconta Ermanno Giudici, presidente delle guardie zoofile di Enpa Milano — e la persona incaricata di occuparsen­e non è sempre esperta». Così l’animale prende la strada della libertà. Questa è la storia del boa albino recuperato ai primi di agosto in via Vergiate. Fortuna vuole che il proprietar­io lo abbia reclamato. Ed è probabile che di un analogo film sia protagonis­ta il lampropelt­is, serpente di origine messicana, recuperato dopo la segnalazio­ne dei passanti in via Ingegnoli, sempre nei giorni più infuocati dell’estate. Il quale però è rimasto orfano, ospite di Enpa, come è accaduto ad iguana, conigli, furetti.

«È evidente che in città serve un pronto soccorso per gli animali — dice Giudici —. Ma nel regolament­o regionale d’attuazione della legge 33 del 2009 sta scritto che i Comuni debbano attrezzars­i per il ricovero di animali diversi da cani e gatti dopo il primo il primo intervento di pronto soccorso». In sostanza, i tempi (così dicono le leggi) sono maturi perché nascano dei centri dedicati, accanto a canili e gattili «che ci auguriamo scompaiano, perché cresce l’educazione dei cittadini».

Oggi gli animali non convenzion­ali ed esotici rischiano di essere dei «senzatetto», non hanno un luogo di «lunga degenza». Il pronto soccorso di via Gassendi è un approdo per una media di 7 animali ogni giorno. I medici veterinari ne hanno soccorso 2.559 nel solo 2017. «Ai serpenti, se nessuno li reclama, cerchiamo di trovare una famiglia adottiva, ciò che conta è che li si faccia riprodurre e non li si metta in commercio». Cosi per i pappagalli. Al piccolo ma attrezzato ambulatori­o arrivano gli abitanti di una metropoli che è uno zoo senza recinti: rondoni (252) e merli (254) ma anche ghiri, lepri e persino un falco pellegrino, cigni, gechi, ghiri e martin pescatori.

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Da salvare Parrocchet­ti in fuga

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