Animali esotici Un’emergenza
Mancano rifugi per animali esotici abbandonati o fuggiti dai proprietari Rettili, ma anche pappagalli e merli La Regione: i Comuni si attrezzino
Trovare casa a un criceto e (forse) anche a un furetto è possibile. Ma lo stesso non si può dire dei 21 serpenti e degli altrettanti pappagalli (diversi i parrocchetti soccorsi) recuperati dai volontari e curati nel pronto soccorso dell’Enpa.
Possibile trovare casa a un criceto e (forse) anche ad un furetto. Ma che dire dei 21 serpenti e degli altrettanti pappagalli (inseparabili, calopsitta, parrocchetti) recuperati dai volontari e curati nel piccolo ma efficiente pronto soccorso di Enpa, in via Gassendi 10? Se per gli animali selvatici, volpi, piccioni, tassi, allocchi, aironi e molti ancora, dopo le cure è possibile il rilascio in natura, per gli animali cosiddetti «non convenzionali» ed esotici è spesso un terno al lotto. La storia dei serpenti che circolano liberi in città si ripete con puntualità ogni estate: «Chi li detiene va in vacanza — racconta Ermanno Giudici, presidente delle guardie zoofile di Enpa Milano — e la persona incaricata di occuparsene non è sempre esperta». Così l’animale prende la strada della libertà. Questa è la storia del boa albino recuperato ai primi di agosto in via Vergiate. Fortuna vuole che il proprietario lo abbia reclamato. Ed è probabile che di un analogo film sia protagonista il lampropeltis, serpente di origine messicana, recuperato dopo la segnalazione dei passanti in via Ingegnoli, sempre nei giorni più infuocati dell’estate. Il quale però è rimasto orfano, ospite di Enpa, come è accaduto ad iguana, conigli, furetti.
«È evidente che in città serve un pronto soccorso per gli animali — dice Giudici —. Ma nel regolamento regionale d’attuazione della legge 33 del 2009 sta scritto che i Comuni debbano attrezzarsi per il ricovero di animali diversi da cani e gatti dopo il primo il primo intervento di pronto soccorso». In sostanza, i tempi (così dicono le leggi) sono maturi perché nascano dei centri dedicati, accanto a canili e gattili «che ci auguriamo scompaiano, perché cresce l’educazione dei cittadini».
Oggi gli animali non convenzionali ed esotici rischiano di essere dei «senzatetto», non hanno un luogo di «lunga degenza». Il pronto soccorso di via Gassendi è un approdo per una media di 7 animali ogni giorno. I medici veterinari ne hanno soccorso 2.559 nel solo 2017. «Ai serpenti, se nessuno li reclama, cerchiamo di trovare una famiglia adottiva, ciò che conta è che li si faccia riprodurre e non li si metta in commercio». Cosi per i pappagalli. Al piccolo ma attrezzato ambulatorio arrivano gli abitanti di una metropoli che è uno zoo senza recinti: rondoni (252) e merli (254) ma anche ghiri, lepri e persino un falco pellegrino, cigni, gechi, ghiri e martin pescatori.