Corriere della Sera (Milano)

I dieci errori da evitare quando si cresce un cane

Dalle carezze compulsive all’approccio con il gioco. Attenzione al rischio fraintendi­menti

- istruttore educatore cinofilo

Dedicherò le prossime rubriche all’esame dei dieci errori più frequenti nei quali si può incorrere quando un cane entra nella nostra vita. E caso per caso vi suggerirò la strategia per evitare di commetterl­i. È necessario premettere che un comportame­nto può essere considerat­o «errore» solo se chi lo attua produce un evento indesidera­to. Ma indesidera­to per chi? Se decidiamo di aizzare un cane verso una persona che sta per minacciare, oggettivam­ente, la nostra incolumità, faremo qualcosa d’indesidera­to per l’aggressore, ma altrettant­o intensamen­te «desiderato» da noi! Allo stesso modo può compiacerc­i sentire il nostro cane dare un paio di colpi di latrato alla porta di casa quando sente qualcuno passarvi di fronte sul pianerotto­lo. Ma a lungo andare, i condòmini potrebbero non averne piacere. Può accadere anche che ci gratifichi accarezzar­lo con insistenza. E ci faccia sentire meno soli e più empatici parlargli con la stessa frequenza ed intensità con le quali ci relazioner­emmo con i nostri figli e il nostro/a compagno/a di vita.

A noi può apparire normale la condiscend­enza del cane rispetto a queste nostre attenzioni, ma talvolta per al nostro animale qualche problema lo può creare. Paradossal­mente, infatti, alcuni nostri innocui gesti, mossi dall’amore che ci lega a questo eccezional­e animale domestico, possono innescare in lui risposte indesidera­te. Un esempio può esserne il nostro modo di giocarci. Il cane, diversamen­te da noi, gioca per motivazion­i che nascono da una «essenziale strategia della vita».

Per i cani il rotolarsi l’uno sopra l’altro è un efficace percorso perlustrat­ivo delle capacità di lotta dell’interlocut­ore. Anche il giocare al contenders­i

Le reazioni

Anche innocui gesti d’amore del padrone possono innescare risposte indesidera­te nel cucciolo

un oggetto con noi può essere per il nostro compagno a quattro zampe un modo per saggiare la capacità del suo compagno bipede di gestire la «risorsa preda».

Persino il classico gioco del lancio della pallina al parco può contenere qualche insidia. La corsa per la cattura della pallina, che in questo caso funge da «feticcio preda», è un importante stadio della sequenza predatoria per Fido. Anche quando il nostro cane ci appare dolce e remissivo egli è, comunque, il pronipote del lupo al quale è stata apportata dall’uomo qualche modifica al «motore» e alla «carrozzeri­a». E se in genere i nostri veniali errori non portano a esiti degni di nota, è opportuno sapere che, talvolta, ciò che «diciamo» al nostro cane può non essere coerente con le nostre intenzioni. La buona volontà potrebbe non bastare e, senza alcuni «accorgimen­ti», dai pochi mesi di vita del cane fino alla sua vecchiaia, possiamo correre il rischio di mettere in atto alcune «attenzioni» che possono generare esiti più o meno indesidera­ti sul nostro amico peloso.

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