Maroni entra in Triennale «Fa parte della nuova vita»
Per la presidenza riprende quota Stefano Boeri
«Ora vita nuova!». È stato di parola il governatore uscente, Roberto Maroni dopo la decisione di non ricandidarsi alla guida della Regione. Mercoledì la « sua » giunta lo ha designato consigliere della Triennale. Maroni, si legge nella delibera, «dovrà assicurare la propria presenza nel cda senza assumere deleghe esecutive » . Quindi non correrà per la presidenza. In pole torna Boeri.
«Ora vita nuova!». È stato di parola il governatore uscente, Roberto Maroni dopo la decisione di non ricandidarsi alla guida della Regione. Mercoledì la «sua» giunta di Palazzo Lombardia lo ha designato consigliere d’amministrazione della Triennale i cui vertici verranno rinnovati nelle prossime settimane. Maroni, si legge nella delibera, «dovrà assicurare la propria presenza nel consiglio di amministrazione senza assumere deleghe esecutive». Quindi, non correrà per la presidenza dell’ente di viale Alemagna ma siederà intorno al tavolo con gli altri componenti del cda. «È una parte della mia vita nuova», dice il governatore. Una soluzione di prestigio, dicono da Palazzo Marino.
Lentamente e faticosamente si sta componendo il puzzle della nuova Triennale. I soci stanno raccogliendo le candidature per formare il nuovo cda che passa da cinque a nove membri. La Regione ha già scelto. Lo stesso ha fatto l’assemblea dei sostenitori della Fondazione Triennale che ha votato come proprio rappresentante, Elena Tettamanti, curatrice, architetto e presidente degli « Amici della Triennale». Entro il 22 toccherà alla Camera di Commercio che dovrà indicare i suoi due consiglieri. Nei prossimi giorni la scelta del Comune. Sono arrivate tredici candidature per due posti. I nomi sono attualmente al vaglio dei «saggi». Tra questi spiccano quelli del professore Severino Salvemini, presentato dalla Bocconi, di Antonio Calabrò per Assolombarda e dell’imprenditore del mobile Rodrigo Rodriquez. Tra le candidature ci sarebbe anche quella di Enzo Manes, figura di spicco del Terzo Settore, ideatore della Fondazione Dynamo, nominato dall’allora premier Renzi consigliere pro
di Palazzo Chigi per il sociale. Restano ancora avvolti nel mistero i tre nomi che dovranno essere indicati dal ministero dei Beni culturali. Da qui potrebbe arrivare la seconda sorpresa. Il presidente, di norma, è individuato tra i consiglieri presentati dal Comune ma qualora il presidente non sia eletto tra i componenti designati dal Comune è sufficiente che Palazzo Marino non metta il veto. I rumors sempre più insistenti, dicono che tra i tre consiglieri nominati dal ministero, potrebbe esserci quello del nuovo numero uno della Triennale: l’archistar Stefano Boeri, su proposta del ministro Dario Franceschini. Da parte di Palazzo Marino non dovrebbero arrivare controindicazioni e tanto meno irrigidimenti. «La proposta di una candidatura di Boeri io la vedo molto bene» aveva detto a fine novembre il sindaco Beppe Sala. Semmai, meno entusiasta di Boeri era proprio Maroni. Ma tra i due c’è stato un incontro chiarificatore e la strada per l’architetto del Bosco Verticale sembra in discesa. Sempre che si arrivi alla decisione finale prima del voto del 4 marzo perché un cambio di governo potrebbe sparigliare di nuovo le carte e far ripartire la macchina da zero.