Corriere della Sera (Milano)

Mantova, il killer ripreso dai video

Analizzate le immagini delle telecamere: «Chi lo ha ucciso conosceva i suoi orari»

- di Sabrina Pinardi

Le telecamere hanno ripreso l’assassino di Sandro Tallarico, commercian­te ucciso mercoledì sulla ciclabile del ponte di San Giorgio di Mantova. «Il killer conosceva le sue abitudini».

Gentile, pacato, molto legato a moglie e figlia, ma anche al fratello e ai nipoti. Non il ritratto di uno che potesse farsi dei nemici, insomma. Chi conosceva Sandro Tallarico, 57 anni, ucciso mercoledì mattina da un colpo di pistola al cuore mentre percorreva, a piedi, la ciclabile del ponte di San Giorgio di Mantova, è così che lo descrive. E proprio non sa darsi una spiegazion­e. Tallarico abitava da 35 anni a Roverbella: vi si era trasferito da Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, per stare con l’allora fidanzata Monica Moioli, l’amore di una vita intera. Hanno avuto una figlia, Valentina, che vive in un paese vicino e gestisce con la mamma il negozio di abbigliame­nto in paese, la boutique «Mdv». Quella per il lavoro era una passione che la coppia aveva in comune: tutti e due commercian­ti, tutti e due nel settore della moda.

Sandro Tallarico, lasciata Luzzara, aveva cominciato a lavorare in un negozio a Sirmione, sul lago di Garda. Poi aveva fatto il salto ed era diventato imprendito­re. Si era quindi spostato a Bardolino e, dieci anni fa, aveva cominciato a vendere all’ingrosso in società, con altre persone. Negli ultimi tempi aiutava il fratello Paolo, titolare di un negozio storico di cappelli in piazza Marconi, nel centro storico di Mantova. Era proprio lì che stava andando mercoledì mattina, come faceva quasi ogni giorno. Un’abitudine che forse chi l’ha ucciso conosceva. E ne ha approfitta­to per tendergli l’agguato.

In gioventù, Tallarico aveva militato nel Movimento sociale, ma negli ultimi tempi sembrava disinteres­sato alla politica fatta di cariche e partiti e molto attento, invece, a temi come la sicurezza e legalità: «Le nostre famiglie si conoscono da sempre — racconta Pietro Toso — e questo fatto ci ha lasciati a bocca aperta. Sandro Tallarico era una persona genuina, era legato alla comunità e molto sensibile al tema della sicurezza». Tema sul quale non temeva di esporsi pubblicame­nte, partecipan­do a incontri e assemblee: «Aveva preso parte a una nostra serata nella quale avevamo fatto un appello per chiedere la videosorve­glianza su tutto il territorio comunale dopo che si erano verificati numerosi episodi di criminalit­à — ricorda Daniele Marconcini, consiglier­e comunale e presidente del comitato Roverbella Onesta —. Molti commercian­ti si erano tirati indietro, ma non lui. Era una persona posata, con un vissuto imprendito­riale importante, che si interessav­a al luogo in cui viveva». Nemici?

Sicurezza «Era in prima fila alle manifestaz­ioni per chiedere un maggiore controllo del territorio»

«Niente fa pensare che potesse averne. Non aveva mai creato problemi a nessuno. La sua morte per me è davvero inspiegabi­le».

Alle tante domande aperte stanno cercando di dare una risposta la procura e i carabinier­i di Mantova. Ieri è stata effettuata l’autopsia, tutte le piste restano aperte. Le videocamer­e sul ponte di San Giorgio potrebbero far imboccare la pista giusta.

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Foto Cavicchi) Il luogo Il ponte di San Giorgio a Mantova dove mercoledì mattina è stato ucciso il commercian­te Sandro Tallarico (

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