«Sì al Museo del design»
La proposta del Salone sposata da Gori («Lo faremo») e da Maroni: senza l’Ema è il luogo ideale
Salone del Mobile, Triennale, Regione, Comune, Adi, imprese. Patto trasversale per il Museo del design (in stile Moma) che manca a Milano. Gori raccoglie l’appello del Salone: lo faremo. Maroni: il Pirellone sede ideale.
L’idea di un museo permanente del design — carta che oggi manca a Milano nella competizione internazionale con Londra (Design museum) e New York (Moma) — frulla nella testa dei protagonisti economici del settore già da tempo. L’ultimo a rilanciarla, ieri sul Corriere, è stato l’architetto Mario Bellini, con un’ipotesi affascinante: ospitare il museo nel Pirellone, architettura simbolo del saper
fare. Italiano e lombardo. La proposta ieri è anche entrata in campagna elettorale, con il candidato del centrosinistra Giorgio Gori che l’ha definita un’ « ottima idea » , promettendone la realizzazione in caso di vittoria alle Regionali (il grattacielo ospita il parlamentino lombardo) e strizzando l’occhio al settore.
Endorsement anche da un conoscitore del Pirellone, il governatore uscente della Lombardia Roberto Maroni, che qui ci avrebbe trasferito l’Agenzia del farmaco e che adesso applaude. «Il palazzo è un luogo magico, icona del bello, dell’utile e del funzionale, concetti chiave del design italiano. Inoltre, ha spazi molto adatti visto che la strut- tura è retta soltanto ai lati con spazi modulabili al centro. Così si potrebbe anche riprendere il piano di trasloco del Consiglio nel palazzo del Se- nato dove oggi c’è l’Archivio di Stato, che avevamo predisposto per l’arrivo dei dipendenti Ema. Altrimenti bisognerebbe riqualificare aree degradate con, per esempio, una piccola cittadella del design in uno degli ex scali ferroviari».
A dicembre era stato direttamente il presidente del Salone del Mobile a rimettere in agenda il tema, forte del supporto delle imprese. «È una grande opportunità in ottica di sistema» ha detto ieri il presidente di Ferderlegno Arredo, Emanuele Orsini, ricordando come siano oggi 37 le aziende con musei o archivi propri che potrebbero contribuire allo sviluppo (verticale) di un grande museo dentro al Pirellone (si pensi a quelli di Kartell, Molteni o Riva 1920).
«Non si tratta di un progetto utopico — chiude l’assessore comunale Cristina Tajani — con la nuova governance della Triennale inizia un ciclo. Giusto coinvolgere aziende e istituzioni ma non dimenticherei l’Adi che aspetta ancora la sede della collezione storica del Compasso d’Oro».