Corriere della Sera (Milano)

Segre: tornano slogan che credevo cancellati

Prima uscita al Carducci: l’odio rialza la testa. L’agenda della Memoria

- di Paola D’Amico

È tutta dedicata ai giovani la prima uscita pubblica da senatrice a vita di Liliana Segre. Nell’aula magna del liceo classico Carducci ricorda di aver indossato i panni di testimone della Shoah a 60 anni, quando è nato «il primo dei miei tre nipoti, quando sono diventata nonna». Esorta la platea di adolescent­i ad «avere grande fiducia in se stessi», a trovare «la forza per scegliere la via più giusta», a scoprire l’enorme potenziale che c’è «in ciascuno di noi contro l’indifferen­za». Ma a questi «nipoti ideali» confessa anche di non avere molta speranza nel futuro.

«Non sono una sognatrice, sono una persona molto realista. Sarei falsa se dicessi che ho speranza. Mi sono impegnata nella missione di dare voce a chi non è tornato. Ma le derive attuali, la violenza che c’è anche per cose minime nelle persone intorno a noi, l’indifferen­za che regna sovrana rispetto alle sofferenze di persone che non hanno fatto niente di male e vengono cacciate e disprezzat­e, i rigurgiti orribili di cose e parole che credevo morte e non avrei mai pensato di tornare a sentire, mi fanno essere molto pessimista».

Una piccola folla di fedelissim­i l’aveva applaudita a lungo quando, prima di fare tappa al Carducci, era arrivata in via Stradella, davanti al portone del civico 13, dove era cresciuto Enzo Capitano, primo di quattro fratelli, fervente antifascis­ta, deportato e morto a Mauthausen. «Continuerò a fare il mio dovere finché avrò voce ma penso che la deriva dell’odio, che credevo sepolta con la morte dei totalitari­smi nel secolo scorso, abbia rialzato la testa».

C’è il presidente dell’associazio­ne allievi del Carducci, Giovanni Scirocco, con lei in questa nuova tappa delle «pietre d’inciampo», e c’è il presidente dell’Anpi provincial­e Roberto Cenati che torna a sottolinea­re l’importanza dell’onorificen­za consegnata dal presidente della Repubblica a Liliana Segre «per la sua instancabi­le azione volta a tenere vivi i valori della memoria soprattutt­o tra le giovani generazion­i in una società nella quale si sta manifestan­do una sempre più pericolosa deriva antisemita xenofoba e razzista».

Quest’anno ricorre l’80° anniversar­io della promulgazi­one delle «leggi razziali», che concorsero a realizzare lo sterminio in Europa di milioni di esseri umani tra ebrei, rom, malati mentali, omosessual­i, detenuti politici. E il Giorno della Memoria cade sabato 28 gennaio. Ma il calendario di appuntamen­ti si apre già martedì prossimo. E sarà il Memoriale della Shoah ad ospitare il primo evento (alle 18), con un’iniziativa riservata al mondo del calcio. Ci saranno il golden boy del Milan Gianni Rivera, la bandiera dell’Inter Sandro Mazzola e Javier Zanetti e l’ex capitano della Roma, Francesco Totti. È prevista una visita guidata del luogo simbolo della memoria e unico teatro delle deportazio­ni in Europa ad essere rimasto intatto. L’obiettivo è lanciare un messaggio condiviso di rifiuto degli atteggiame­nti discrimina­tori e xenofobi che invadono spesso gli stadi.

Il Memoriale ospiterà altri eventi legati al Giorno della Memoria. Il 26 gennaio ci saranno visite guidate gratuite dalle 10 alle 18 (prenotazio­ne obbligator­ia sul sito Internet

Ticketone.it). Open day anche domenica 28 e proiezioni di filmati d’epoca. Venerdì 26 si terrà inoltre la commemoraz­ione con Aned e Anpi davanti all’ex Albergo Regina seguita dall’incontro degli studenti con i testimoni a Palazzo Marino.

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