Corriere della Sera (Milano)

VOTIAMO LA FIDUCIA AI GIOVANI

- di Piergiorgi­o Lucioni

Quanto è stridente la cronaca dei giovani che al ritorno dalla movida devastano treni e stazioni del metrò tra alcol e spinelli e il richiamo dell’arcivescov­o Delpini ai diciottenn­i per un impegno nella politica e nella società. Con l’augurio che l’essere maggiorenn­i sia una festa, non un carico gravoso. Una sfida contempora­neamente sia alla falsa allegria provocata dalla notte brava, sia a quella politica che si vuole distante e oppressiva. L’impression­e di non poter far niente, di non contare va superata con la gioia di esserci. La diocesi da tempo, a cominciare dalle scuole di formazione all’impegno sociale e politico volute dal cardinale Martini, ha indicato la via per costruire una società non matrigna. Ora l’appello. Ineludibil­e.

C’è bisogno di cambiare, dice Delpini, e nessun futuro può fare a meno dei giovani, che dopo la difesa dei propri diritti devono farsi carico dei doveri di ciascuno. Si chiama esercizio delle responsabi­lità, quello con cui si sono confrontat­e le generazion­i che hanno consumato il ritornello «libertà è partecipaz­ione» cantato da Gaber. Ora la disaffezio­ne al voto è una costante di ogni elezione. E tocca in gran parte i ragazzi. Scarsa appartenen­za alla comunità, indifferen­za al bene comune che il monito di Delpini mette a nudo e sul quale ogni componente cittadina deve lavorare. Lasciare indietro i giovani durante il cammino è certezza di non arrivare alla meta. Procedere assieme a loro è anche la soluzione alle notti da riempire con bravate insensate.

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