Corriere della Sera (Milano)

Ucciso in Thailandia, giallo

Mutilato e bruciato il corpo. La donna e l’amante in fuga

- Re. So.

Giuseppe De Stefani, ex infermiere al pronto soccorso dell’ospedale di Chiavenna, rimasto vedovo si era trasferito in Thailandia. Ma nella provincia di Phichit, dove aveva raggiunto il figlio, è stato ucciso brutalment­e.

A Chiavenna tornava SONDRIO un paio di volte all’anno per riabbracci­are la figlia Barbara e gli amati nipotini. L’ultima volta la scorsa estate. Riccioli folti, occhi scuri, nel paese in provincia di Sondrio, che conta poco più di 7.500 abitanti, in molti ricordano Giuseppe De Stefani, per una vita infermiere al pronto soccorso dell’ospedale di Chiavenna, e in seguito, rimasto vedovo e raggiunta l’età della pensione, trasferito­si in Thailandia. Ma nella provincia di Phichit, a Nord del paese, dove aveva raggiunto il figlio Luca che proprio lì aveva avviato un’attività nel capo della ristorazio­ne, è stato ucciso brutalment­e, con ogni probabilit­à dall’ex moglie thailandes­e e dal suo amante francese.

I contorni dell’efferato omicidio sono agghiaccia­nti: l’uomo, 62 anni compiuti proprio il giorno nel quale è avvenuta l’identifica­zione del corpo, è stato fatto a pezzi, messo in una valigia e poi dato alle fiamme. È stato un tatuaggio su una gamba parzialmen­te bruciata a consentire agli inquirenti di risalire alla sua identità. La fine orribile, insieme alle testimonia­nze raccolte dalla polizia locale su litigi passati, fanno pensare a un triangolo amoroso misto a dispute di denaro. I due sospettati sono ancora ricercati, ma hanno lasciato talmente tanti indizi che difficilme­nte la loro fuga potrà durare a lungo. L’identifica­zione è avvenuta a tre giorni del ritrovamen­to del cadavere su segnalazio­ne di alcuni residenti che avevano notato del fumo provenire dal bosco. Si attende l’esito dell’esame del Dna, ma non ci sono dubbi sull’ identità dei poveri resti mutilati e parzialmen­te carbonizza­ti. Il passaporto del chiavennas­co è stato rinvenuto nel modesto appartamen­to dove De Stefani aveva convissuto per un anno con Rujira Iamlamai, 38 anni, e i due figli che la donna aveva avuto da un precedente matrimonio. Nell’abitazione, sul tappeto, una macchia di sangue. Secondo i media thailandes­i, pochi mesi fa il sessantadu­enne aveva sorpreso a letto la compagna con l’amante, Amaury Rigaux, in passato inserito in una «lista nera» dell’immigrazio­ne, ma rientrato in Thailandia dal Laos. Lo avrebbe minacciato con un coltello, non sapendo di aver probabilme­nte firmato la sua condanna a morte.

«Giuseppe era un profession­ista preparato, semplice e onesto in ogni comportame­nto», lo ricorda Carlo Marolda, responsabi­le del pronto soccorso dell’ospedale di Chiavenna, che con lui ha lavorato per tanti anni. In paese rammentano il carattere schivo e il grande attaccamen­to alla famiglia. Chiusa nel dolore la figlia Barbara: ha saputo della fine orribile del padre solo pochi minuti prima che la notizia fosse riportata dalle agenzie di stampa. «Ho sentito i famigliari. Sono chiarament­e sconvolti e increduli. Stanno cercando di capire, grazie anche a Luca che si trova sul posto, come riportare i resti del povero papà a casa. L’intero paese è sotto choc. Non li lasceremo soli. La comunità di Chiavenna si stringe a loro», le parole del sindaco Luca Della Bitta.

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(Thaipost) Nel bosco Il ritrovamen­to del corpo carbonizza­to di Giuseppe De Stefani

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