Corriere della Sera (Milano)

Le figlie del caporepart­o «Vogliamo sapere la verità»

- Sara Bettoni

«C onosciamo bene la ditta e gli spazi in cui si muoveva papà, ma non sappiamo come sono andate le cose. Solo chi era lì può sapere». Martina e Giorgia (22 e 29 anni) sono le figlie di Arrigo Barbieri, una delle quattro vittime dell’incidente alla «Lamina spa» di via Rho dello scorso 16 gennaio. Nelle ore in cui «le parole mancano» e proseguono le indagini sulla strage che ha ucciso anche loro zio Giancarlo, si aggrappano ai ricordi per superare il dolore. «Papà amava tantissimo la famiglia anche se a primo impatto poteva sembrare timido e introverso — raccontano le sorelle —. Aveva sempre una parola buona per tutti, non si è mai visto arrabbiato, mai». La carriera alla fabbrica di Greco inizia da giovanissi­mo, insieme al fratello Arrigo, introdotti dal padre che già lavorava lì. Ricopriva il ruolo di responsabi­le di produzione e, almeno a casa, non aveva mai accennato a problemi di sicurezza in azienda. A Martina e Giorgia parlava spesso, invece, delle passioni sportive. «Amava le macchine e le corse di Formula Uno e Moto Gp, voleva comprare una Harley». Acquisto che programmav­a da tempo e che si sarebbe finalmente concretizz­ato nei prossimi mesi. E ancora le giornate sul lago di Como sulla tavola da windsurf, con l’amico Gianni, quelle sulla neve con ai piedi gli sci o lo snowboard. «Le indagini? Aspettiamo le verifiche delle autorità. E appena sarà possibile faremo un’unica cerimonia per salutare papà e zio, insieme fino alla fine».

L’appello

Solo chi era lì può sapere come sono andate davvero le cose

Il saluto

Appena possibile faremo un’unica cerimonia per zio e papà

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