Tisane e camomille ai cugini Per noi un bel bombardino
L’ edicolante, il cameraman e il barista. Domenica sera, al gol di El Shaarawy ho cominciato a ricevere messaggi di milanisti galvanizzati da sogni di rimonta, il «faraone» ha svegliato le mummie e nemmeno il gol di Vecino le ha placate. Davanti al caffè del lunedì, la tabella della risalita era chiara nelle menti inebriate dalla correzione, «A marzo saremo davanti!». A loro si consiglia una camomilla o una tisana che riporti equilibrio, laddove esso sia stato spostato. Per noi invece, serve un bombardino che ci faccia entrare in campo col sangue già in circolo e le vene ben dilatate per urlare, «Oplà, siamo vivi!» senza aspettare di andare sotto. Le due notizie buone della serata vanno a braccetto: l’Inter resta la squadra che segna di più nell’ultimo quarto d’ora; se resiste e reagisce vuole dire che un’anima forse ce l’ha e non se l’è venduta al diavolo. Resta solo da capire perché, in alcuni tratti della gara, lo spirito nerazzurro non si faccia carne nelle gambe dei nostri beniamini e preferisca passeggiare compassato in mezzo a loro. L’anima c’è ma è ancora fragile, appesantita da scorie, alcune forse difficili da eliminare. Vuol dire che saremo destinati fino alla fine a volare basso? Carica ragazzi, riprendiamo la marcia che i cugini sono già pronti a fare i caroselli!