Dipendente Fs ricoverata al Policlinico «Come una violenta scossa di terremoto»

Quando nel pronto soccorso del Policlinico ha visto il marito e la figlia, è scoppiata in un pianto dirotto. Ha scaricato così la paura di perdere tutto, famiglia, lavoro e amici, che l’aveva presa poche ore prima, al momento dell’incidente. Lei che era salita da Carfizzi, una delle comunità albanesi in Calabria, per costruirsi una vita. Mariangela Gatto, 53 anni, come ogni mattina era salita a Cassano d’Adda, direzione Milano. «Lavora negli uffici della stazione di Greco-Pirelli — racconta il coniuge, Francesco Sasso, 70 anni — ed è un miracolo che sia ancora viva». Quando l’ha sentita al telefono, Francesco Sasso si è precipitato nell’ospedale milanese. «Le ho detto di aspettarmi prima di esalare l’ultimo respiro. Cercavo di scherzare per tirarla su, ma ero terrorizzato. Ha sbattuto la testa, ha dolori al collo». I due hanno quattro figli. Una, Gilda Sasso, è arrivata appena possibile. «Mi hanno chiamato gli operatori dell’ambulanza — dice — perché mia mamma non ce la faceva più a parlare. Quando mi ha visto, si è messa a piangere per la tensione accumulata. L’ha descritto come “un terremoto: sei seduto tranquillo e all’improvviso ti trovi sbalzato dall’altra parte e al buio”». Verso le 18 la donna è stata dimessa e ha potuto fare ritorno a casa.

Il marito

Per ridere le ho detto: se devi morire aspetta il mio arrivo