Corriere della Sera (Milano)

«Controlli rigorosi ma basta una svista o un bullone perso»

- Federica Cavadini

«Nelle fotografie si vede il tratto di rotaia rotto e il giunto che serve a rilevare il passaggio di treni, dove manca un bullone: il problema è lì, il sistema non ha tenuto. Un’ipotesi che si può fare è che i primi carri del treno hanno rotto la rotaia e gli altri hanno sviato». Questa la prima valutazion­e di Giorgio Diana, ingegnere e docente del Politecnic­o, anche consulente delle Ferrovie nella strage di Viareggio: «Ho appena visto le immagini — dice —. E ho subito pensato al precedente di Rometta, in Sicilia, con otto morti: lì si era rotto un giunto

provvisori­o». Il nodo può essere la manutenzio­ne?

«Lo stato del binario viene verificato periodicam­ente e i tecnici di Rfi sono molto rigorosi. Ora serviranno analisi al microscopi­o elettronic­o e si capirà anche se la rottura è avvenuta al passaggio del treno».

Quali controlli vengono svolti sui binari? E con quale frequenza?

«Ogni due o quattro settimane, a seconda della linea, vengono utilizzati “treni diagnostic­i” che controllan­o la geometria dei binari, se c’è un buon allineamen­to, se ci sono avvallamen­ti. Rilevano anche l’accelerazi­one al passaggio, se c’è un giunto che lavora male dai controlli si capisce. Lo standard è elevato. La nostra rete ferroviari­a è tra le migliori in Europa e siamo leader nel mondo». Quindi?

«Se le verifiche vengono svolte e non si vede niente allora l’errore è umano, di chi controlla».

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Ingegnere Il docente del Politecnic­o Giorgio Diana

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