«Controlli rigorosi ma basta una svista o un bullone perso»
«Nelle fotografie si vede il tratto di rotaia rotto e il giunto che serve a rilevare il passaggio di treni, dove manca un bullone: il problema è lì, il sistema non ha tenuto. Un’ipotesi che si può fare è che i primi carri del treno hanno rotto la rotaia e gli altri hanno sviato». Questa la prima valutazione di Giorgio Diana, ingegnere e docente del Politecnico, anche consulente delle Ferrovie nella strage di Viareggio: «Ho appena visto le immagini — dice —. E ho subito pensato al precedente di Rometta, in Sicilia, con otto morti: lì si era rotto un giunto
provvisorio». Il nodo può essere la manutenzione?
«Lo stato del binario viene verificato periodicamente e i tecnici di Rfi sono molto rigorosi. Ora serviranno analisi al microscopio elettronico e si capirà anche se la rottura è avvenuta al passaggio del treno».
Quali controlli vengono svolti sui binari? E con quale frequenza?
«Ogni due o quattro settimane, a seconda della linea, vengono utilizzati “treni diagnostici” che controllano la geometria dei binari, se c’è un buon allineamento, se ci sono avvallamenti. Rilevano anche l’accelerazione al passaggio, se c’è un giunto che lavora male dai controlli si capisce. Lo standard è elevato. La nostra rete ferroviaria è tra le migliori in Europa e siamo leader nel mondo». Quindi?
«Se le verifiche vengono svolte e non si vede niente allora l’errore è umano, di chi controlla».