«La tavoletta di legno sui binari da tempo»
Inchiesta Pioltello, giunto allentato e ganci rotti
I ganci che tenevano il binario in corrispondenza del «nuovo» giunto sequestrato dagli investigatori sulla linea della strage erano spezzati. Forse a causa delle vibrazioni dovute all’allentamento della giunzione tra due binari. Un guasto del tutto simile a quello che ha portato alla rottura della rotaia finita al centro delle perizie della Procura.
Dall’indagine spuntano nuovi particolari: la tavoletta posizionata sotto al gancio difettoso era lì da diverse settimane. Questo il sospetto degli investigatori che l’hanno analizzata nei giorni scorsi. L’inchiesta quindi potrebbe allargarsi all’intera manutenzione ordinaria lungo la tratta Treviglio-Milano.
Due «attacchi» rotti. Due barre d’acciaio ripiegate come a formare una molla che tengono la rotaia ancorata alle traversine. Un sistema usato in tutto il mondo, diventato ormai uno standard nella costruzione delle linee ferroviarie e considerato praticamente indistruttibile. Eppure i due «Pandrol e-clip» che tenevano ancorate le rotaie accanto al giunto sequestrato venerdì dagli investigatori 200 metri prima del «punto zero», ossia dove è iniziato il deragliamento del Cremona-Porta Garibaldi, erano spezzati. Una circostanza che ha insospettito da subito i periti della Procura che infatti ne hanno chiesto il sequestro ai magistrati Maura Ripamonti, Leonardo Lesti e Tiziana Siciliano che coordinano le indagini sul disastro di Pioltello.
«Un’anomalia», dicono gli investigatori. Perché un «giunto isolato incollato», ossia la giuntura tra due pezzi di rotaia, non dovrebbe essere in quelle condizioni. E seppure in presenza di una struttura in qualche modo «elastica» un danno simile — la rottura di due fermagli del binario — è il segnale di «un problema strutturale serio».
Cosa abbia provocato la lesione dei due Pandrol (che non sono saldati ma inseriti con uno speciale macchinario) è presto per dirlo. Lo dovranno stabilire le perizie disposte dalla Procura. Ma il sospetto è che la rottura sia dovuta alle vibrazioni «anomale» del giunto, ossia superiori alle tolleranze. A provocarle potrebbe essere stato un allentamento dei bulloni delle piastre, con il conseguente piccolo spostamento dei binari. Un guasto del tutto simile, anche se a uno stadio meno avanzato, a quello che avrebbe interessato il giunto al «punto zero», dove il binario si è spezzato provocando il deragliamento del carrello. Uscita dai binari — è bene chiarirlo — che non sarebbe stata provocata dal «buco» nella rotaia, ma dall’impatto tra le ruote della terza carrozza e il «gradino» che si era formato nel punto di giunzione quando i binari si sono disallineati a causa dell’allentamento dei bulloni del giunto. Un problema che qualcuno aveva pensato di risolvere mettendo una zeppa di legno sotto alla giunzione. «Operazione non prevista dalle procedure», secondo quanto comunicato da Rfi. Ma che — così ammette chi lavora sui binari — viene spesso usata in tutta Italia come soluzione «tampone» prima di un intervento di sostituzione. Che comunque non era in programma.
Chi ha messo quella soletta e quando, e soprattutto da chi è stato autorizzato a farlo, resta il mistero principale dell’inchiesta. Dai documenti e dalle testimonianze raccolte dagli investigatori del Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer, non sarebbe emersa la data dell’intervento, né quella in cui il guasto era stato segnalato. C’è però un particolare: la zeppa di legno presentava i segni delle intemperie, e anche l’impronta lasciata dal binario. Immagini in negativo che lasciano pensare agli inquirenti che la «zeppa» posizionata per ridurre le vibrazioni del giunto, fosse lì da diverse settimane.
L’11 gennaio il treno diagnostico aveva ispezionato la linea e non sarebbero state riscontrate anomalie. Possibile? «Probabilmente la soletta di legno aveva bloccato la vibrazione del giunto», dicono gli esperti. Perché allora poi il binario ha ceduto? I motivi dovranno essere chiariti dalle perizie, il sospetto è però che con il ripetuto passaggio dei treni, la massicciata si sia in qualche modo assestata e di conseguenza anche la soletta — esattamente come in un tavolo che traballa — avrebbe smesso di fare il suo lavoro.
Altro aspetto interessante, la zeppa è stata posizionata sotto a un solo giunto, quello del binario di destra. Se un’unica asse di legno fosse stata posizionata sotto entrambi i giunti (quindi come una traversina aggiuntiva) l’effetto sarebbe stato migliore, e difficilmente, anche in caso di abbassamento della massicciata, il sistema avrebbe ceduto in modo così clamoroso. Segno che anche una riparazione «posticcia», ma meglio eseguita, avrebbe potuto evitare la catena di eventi che ha portato al disastro costato la vita a 3 persone.
Restano sotto sequestro 3 chilometri e cento metri di binari. Ma l’inchiesta potrebbe allargarsi. E di molto. La presenza di un altri giunto «compromesso» sta facendo accendere l’attenzione degli investigatori su tutta la manutenzione della linea e non solo sul tratto del deragliamento.