Da Base a Open, il modello misto per gli incubatori di idee
Rilanciati gli investimenti pubblico-privati. Tajani: così riqualifichiamo anche i mercati in periferia
Spazi comunali ristrutturati con fondi misti, pubblici e privati. Base Milano, 12 mila metri quadrati alle ex Officine Ansaldo di via Bergognone, è in assoluto l’investimento più consistente per l’amministrazione: 5,4 milioni di euro, cui si aggiungono i 7,8 dei gestori (H, Avanzi, Esterni, Arci) e 800 mila euro di Cariplo Factory.
Altrove l’impegno finanziario (e politico) del Comune è un decimo, circa 500 mila euro: questa la cifra stanziata per l’incubatore FabriQ di Quarto Oggiaro, per la futura Smart city lab di via Ripamonti 88 (lavori dall’autunno, con cinque milioni ministeriali), per l’hub Open innovation a cascina Nosedo (cantiere a settembre, 6 milioni di fondi europei) e per il Luiss hub for makers and students di via D’Azelio, che dai privati ha raccolto 1,5 milioni.
«Chiediamo lo sforzo congiunto per rigenerare il territorio, soprattutto in periferia — lancia l’appello l’assessore alle Attività produttive Cristina Tajani —. La stessa logica sarà utilizzata per i mercati comunali coperti, verso l’estate lanceremo i bandi». Altro caso emblematico è il progetto Mare Culturale urbano di via Novara: a riqualificare la zona è l’impresa sociale Mare srl, ma il Comune presto delibererà una fideiussione da 5,5 milioni (su oltre 10 milioni di costi). Un esperimento anche quello (la prima fideiussione così accordata ad una srl), «il segno che la disponibilità comunale aumenta — continua Tajani —. Base Milano attira 25 mila persone al mese, milanesi e professionisti dall’estero, dal 2018 pagherà 120 mila euro di affitto l’anno. Sta facendo scuola». Atelier, laboratori, mostre, eventi, un «custode di quartiere». E poi cinema e teatri. «Con fondi misti, rinasce la città».