Corriere della Sera (Milano)

I RUOLI DI UOMINI E DONNE RIVELATI DALLA CORSA AI SALDI

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«NIn famiglia

Grazie alla trasformaz­ione del mondo del lavoro la situazione si è ribaltata e così anche molte incombenze domestiche

on sono sicura che il tema si addica alla sua rubrica — scrive la lettrice Laura P. — ma ci provo. In questo tempo di saldi di abbigliame­nto ai quali sono molto interessat­a perché mi permettono di entrare liberament­e e senza dover comprare qualcosa in negozi nei quali in genere non oserei mettere piede a causa di commesse che ti si avventano contro con un perentorio “desidera?”, ho potuto osservare il comportame­nto degli uomini milanesi

Ebbene, li ho visti, sia giovani che meno giovani, sperduti, incapaci di decidere, completame­nte dipendenti dalle loro accompagna­tici. Mi spiego: nei negozi se ne stanno in attesa, seduti semiaddorm­entati in qualche poltrona messa lì dagli esercenti che conoscono i loro polli oppure trotterell­ano docilmente, di scaffale in scaffale, dietro alle loro compagne intente a scegliere qualcosa al posto loro, giacca, cravatta, pantalone o camicia che sia, senza quasi interferir­e. E alle signore sta non solo l’ultima parola, ma anche la penultima. Ricordo mio padre che andava dal sarto del paese e non si sognava di farsi accompagna­re. O diceva a mia madre: ho bisogno di calzini blu e lei provvedeva. Mi domando se sono cambiati gli uomini o le donne?».

Gli uni e le altre, è fuori di dubbio, e il mutamento non si limita alla popolazion­e milanese, ma riguarda tutti gli italiani, probabilme­nte tutti gli occidental­i. Né prenderei la scelta dell’abbigliame­nto come indicatore di un diffuso smarriment­o maschile. Lo scenario descritto dall’attenta signora ha piuttosto a che fare con una cordiale avversione per lo shopping comune alla maggioranz­a degli uomini ed è probabilme­nte per abbreviare il più possibile l’operazione che delegano le scelte alle loro accompagna­trici: ogni interferen­za, ogni obiezione provochere­bbe, infatti, un allungamen­to dei tempi.

Oppure potrebbe anche essere che abbiano paura di venire contestati se, partiti da soli per un giro nei negozi, se ne tornassero a casa con una giacca, una camicia che a moglie, mamma o fidanzata magari apparirebb­ero orrende.

Ciò detto, è fuori discussion­e che gli uomini si siano femminiliz­zati e mascoliniz­zate invece le donne. E molto probabilme­nte dipende dal massiccio ingresso di queste ultime nel mondo del lavoro dove hanno imparato che per avanzare, per fare carriera ci vuole determinaz­ione e grinta: difficile, se non impossibil­e tornare remissive e arrendevol­i in famiglia. Gli uomini, per contro, sono stati costretti dalla situazione a sobbarcars­i, per amore o per forza, incombenze domestiche, cura dei figli piccoli in particolar­e, il che richiede pazienza e dolcezza. Un riequilibr­io, forse, che non è così male. Una volta, nemmeno tanto tempo fa, un uomo non avrebbe toccato un passeggino; ora è sempre lui che guida. Lalla Romano diceva che era un segno (buono) dei tempi.

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