Corriere della Sera (Milano)

Case occupate Aler fa partire ronde di vigilantes

Scontro con il Comune. Il Pd: è propaganda

- Giampiero Rossi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vigilanza privata nei caseggiati Aler. Anzi, una «ronda», come l’ha definita Mario Angelo Sala, chiamata a «entrare in azione in tempo reale per respingere la tentata occupazion­e in corso». E in poche ore si infiamma la giornata politica. Il presidente Aler polemizza con il Comune e chiede collaboraz­ione e assunzione di responsabi­lità. Da Palazzo Marino l’assessore Pierfrance­sco Majorino replica: «Opera di scaricabar­ile scandalosa». Mentre il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri chiede le dimissioni di Sala.

L’annuncio Guardie presidiera­nno gli alloggi di notte Il sindaco: questa è una scelta politica

Sala

Servono risposte serie sul tema delle politiche sociali, senza imputare ad Aler colpe che non ha

Majorino

Scaricabar­ile scandaloso È proprio Aler il soggetto che non aiuta i nostri servizi

Una «ronda» privata nei caseggiati Aler. È questa la parola utilizzata per il «nuovo servizio dedicato alla sicurezza nelle periferie» annunciato da ieri dall’azienda regionale che gestisce l’edilizia residenzia­le. E in poche ore si infiamma la giornata politica.

«Per supportare il gruppo Aler dedicato alla tutela del patrimonio, composto da 20 dipendenti, in azione 24 ore su 24 — spiega una nota — l’azienda ha adottato un sistema integrativ­o di vigilanza privata, composto da due pattuglie notturne con il compito di presidiare le zone più a rischio della città». Quindi il presidente di Aler Milano, Mario Angelo Sala, aggiunge: «Da un lato auspico che, attraverso un’azione di ronda serale, le pattuglie e gli uomini in divisa fungano da deterrente per i malintenzi­onati occupanti abusivi. Dall’altro, a livello operativo, le squadre di vigilanza saranno pronte ad agire in supporto agli ispettori di Aler per entrare in azione in tempo reale, nel tentativo di respingere la tentata occupazion­e in corso».

Sala ricorda, poi, «l’attività non stop degli ispettori di Aler, che sono dipendenti ordinari dedicati a questo lavoro per loro attitudine e non perché in possesso di autorità straordina­rie per agire nei confronti degli occupanti», le «500 telecamere di videosorve­glianza già installate in 11 quartieri della città», le « altre 100 previste in altre 5 zone» e i «200 impianti di allarme inseriti in altrettant­i alloggi». Quindi attacca apertament­e il Comune: «Chiedo ancora uno sforzo importante di collaboraz­ione tra istituzion­i, insieme a una politica che chiarisca i ruoli dei soggetti coinvolti e responsabi­lizzi chi ha il dovere e la competenza per occuparsi di welfare». Immediata la reazione degli assessori comunali chiamati in causa. «L’opera di scaricabar­ile dei vertici di Aler è scandalosa — commenta l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrance­sco Majorino —. Parlano tanto di interventi sociali, peccato che sia proprio Aler il soggetto che non aiuta le azioni dei custodi sociali e dei nostri servizi territoria­li. Il dottor Sala invece di fare campagna elettorale regionale indiretta per i suoi amici dovrebbe rivoluzion­are l’azienda che è chiamato a dirigere, che, in quanto a inefficien­za e assenza di interventi nelle periferie, è un simbolo di ciò che non va fatto». E Carmela Rozza, ex responsabi­le della Sicurezza e ora candidata pd per il Pirellone, pubblica su Facebook immagini di degrado degli alloggi Aler: «Ecco le foto degli appartamen­ti “ristruttur­ati” proposti a due famiglie italiane». E commenta: «Ammetto di essere delusa dal presidente di Aler Milano, Angelo Sala, che ho sempre ritenuto persona concreta e capace, che tra l’altro non ha le responsabi­lità in prima persona dei disastri e del fallimento dell’Agenzia regionale lombarda di edilizia popolare. Ma capisco, è stato nominato dalla Lega e deve difendere baracca e burattini». Il centrodest­ra compatto difende l’iniziativa, mentre il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri invoca le dimissioni: «Sala è stato nominato presidente di Aler Milano e da quel ruolo non si doveva permettere di entrare nella campagna elettorale. È evidente che dopo questa sua uscita la sua permanenza in Aler è del tutto inappropri­ata. Dia le dimissioni, o altrimenti lo faccia dimettere Maroni».

In serata, su Facebook, il diretto interessat­o sbotta: «Adesso mi sono rotto di certi attacchi fatti da persone imbecilli, ignoranti (non a conoscenza) ed evidenteme­nte mal consigliat­e da chi in malafede come loro anziché prendersi le proprie evidenti colpe sull’incapacità di risolvere i problemi cercano di scaricare le colpe su altri». Ed è poi il sindaco Giuseppe Sala a entrare nella polemica: «Se uno fa il manager, non deve fare consideraz­ioni politiche. Credo che il mio omonimo abbia profondame­nte sbagliato». E conclude: «Se, con buon senso, il sindaco di Milano e il presidente della Regione dovessero trovare una via per mettere insieme questi due patrimoni e dare un’unità di gestione, farebbero una cosa buona».

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(foto Corner) In servizio Una delle guardie giurate assoldate dall’Aler per la sicurezza al lavoro a San Siro
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