Case occupate Aler fa partire ronde di vigilantes
Scontro con il Comune. Il Pd: è propaganda
Vigilanza privata nei caseggiati Aler. Anzi, una «ronda», come l’ha definita Mario Angelo Sala, chiamata a «entrare in azione in tempo reale per respingere la tentata occupazione in corso». E in poche ore si infiamma la giornata politica. Il presidente Aler polemizza con il Comune e chiede collaborazione e assunzione di responsabilità. Da Palazzo Marino l’assessore Pierfrancesco Majorino replica: «Opera di scaricabarile scandalosa». Mentre il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri chiede le dimissioni di Sala.
L’annuncio Guardie presidieranno gli alloggi di notte Il sindaco: questa è una scelta politica
Sala
Servono risposte serie sul tema delle politiche sociali, senza imputare ad Aler colpe che non ha
Majorino
Scaricabarile scandaloso È proprio Aler il soggetto che non aiuta i nostri servizi
Una «ronda» privata nei caseggiati Aler. È questa la parola utilizzata per il «nuovo servizio dedicato alla sicurezza nelle periferie» annunciato da ieri dall’azienda regionale che gestisce l’edilizia residenziale. E in poche ore si infiamma la giornata politica.
«Per supportare il gruppo Aler dedicato alla tutela del patrimonio, composto da 20 dipendenti, in azione 24 ore su 24 — spiega una nota — l’azienda ha adottato un sistema integrativo di vigilanza privata, composto da due pattuglie notturne con il compito di presidiare le zone più a rischio della città». Quindi il presidente di Aler Milano, Mario Angelo Sala, aggiunge: «Da un lato auspico che, attraverso un’azione di ronda serale, le pattuglie e gli uomini in divisa fungano da deterrente per i malintenzionati occupanti abusivi. Dall’altro, a livello operativo, le squadre di vigilanza saranno pronte ad agire in supporto agli ispettori di Aler per entrare in azione in tempo reale, nel tentativo di respingere la tentata occupazione in corso».
Sala ricorda, poi, «l’attività non stop degli ispettori di Aler, che sono dipendenti ordinari dedicati a questo lavoro per loro attitudine e non perché in possesso di autorità straordinarie per agire nei confronti degli occupanti», le «500 telecamere di videosorveglianza già installate in 11 quartieri della città», le « altre 100 previste in altre 5 zone» e i «200 impianti di allarme inseriti in altrettanti alloggi». Quindi attacca apertamente il Comune: «Chiedo ancora uno sforzo importante di collaborazione tra istituzioni, insieme a una politica che chiarisca i ruoli dei soggetti coinvolti e responsabilizzi chi ha il dovere e la competenza per occuparsi di welfare». Immediata la reazione degli assessori comunali chiamati in causa. «L’opera di scaricabarile dei vertici di Aler è scandalosa — commenta l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino —. Parlano tanto di interventi sociali, peccato che sia proprio Aler il soggetto che non aiuta le azioni dei custodi sociali e dei nostri servizi territoriali. Il dottor Sala invece di fare campagna elettorale regionale indiretta per i suoi amici dovrebbe rivoluzionare l’azienda che è chiamato a dirigere, che, in quanto a inefficienza e assenza di interventi nelle periferie, è un simbolo di ciò che non va fatto». E Carmela Rozza, ex responsabile della Sicurezza e ora candidata pd per il Pirellone, pubblica su Facebook immagini di degrado degli alloggi Aler: «Ecco le foto degli appartamenti “ristrutturati” proposti a due famiglie italiane». E commenta: «Ammetto di essere delusa dal presidente di Aler Milano, Angelo Sala, che ho sempre ritenuto persona concreta e capace, che tra l’altro non ha le responsabilità in prima persona dei disastri e del fallimento dell’Agenzia regionale lombarda di edilizia popolare. Ma capisco, è stato nominato dalla Lega e deve difendere baracca e burattini». Il centrodestra compatto difende l’iniziativa, mentre il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri invoca le dimissioni: «Sala è stato nominato presidente di Aler Milano e da quel ruolo non si doveva permettere di entrare nella campagna elettorale. È evidente che dopo questa sua uscita la sua permanenza in Aler è del tutto inappropriata. Dia le dimissioni, o altrimenti lo faccia dimettere Maroni».
In serata, su Facebook, il diretto interessato sbotta: «Adesso mi sono rotto di certi attacchi fatti da persone imbecilli, ignoranti (non a conoscenza) ed evidentemente mal consigliate da chi in malafede come loro anziché prendersi le proprie evidenti colpe sull’incapacità di risolvere i problemi cercano di scaricare le colpe su altri». Ed è poi il sindaco Giuseppe Sala a entrare nella polemica: «Se uno fa il manager, non deve fare considerazioni politiche. Credo che il mio omonimo abbia profondamente sbagliato». E conclude: «Se, con buon senso, il sindaco di Milano e il presidente della Regione dovessero trovare una via per mettere insieme questi due patrimoni e dare un’unità di gestione, farebbero una cosa buona».