Corriere della Sera (Milano)

Intesa sull’affitto di San Siro Stadio Milan, spunta Parnasi

I rossoneri guardano a Bovisa e zona Ortomercat­o

- di Elisabetta Andreis e Pierpaolo Lio

Il Milan prende ancora tempo sul suo futuro a San Siro. Il club starebbe valutando quattro aree (tra cui Bovisa e Ortomercat­o) nell’ipotesi di un eventuale stadio di proprietà e ha affidato il mandato per lo studio di fattibilit­à all’immobiliar­ista Luca Parnasi, già al lavoro sullo stadio della Roma. Intanto, il vertice con Comune e Inter definisce il ritorno all’antico per il pagamento dell’affitto del Meazza.

Chi si aspettava uno scenario da resa dei conti sarà rimasto deluso. Il confronto tra Comune e Milan per il futuro di San Siro, con i cugini nerazzurri nel ruolo di spettatori interessat­i, è finito con il più classico dei pareggi. L’ultimatum recapitato a inizio anno da Beppe Sala alla società di via Aldo Rossi è caduto nel vuoto: i rossoneri hanno strappato altro tempo (almeno fino all’estate) per decidere se in futuro la loro casa continuerà a essere il Meazza, o se invece riprendera­nno in mano i progetti di uno stadio di proprietà. Palazzo Marino, dal canto suo, è però riuscito a tenere duro sulla formula di pagamento del canone più congeniale per le esangui casse comunali: a parità di «affitto» le squadre dovranno scucire più soldi rispetto al recente passato per giocare alla «Scala del calcio».

Il percorso d’avviciname­nto al vertice di ieri sembrava annunciare burrasca. Appena archiviate le feste, Sala si scaglia contro il nuovo corso rossonero. Sembra un attacco a freddo. «Il Milan pensa a un suo stadio. Stiamo dando loro del tempo per verificare se ci sono le possibilit­à. Credo che al Milan servano 2-3 mesi di riflession­i poi bisogna però arrivare a una sintesi». Alla reazione piccata della società, segue un tweet velenoso del sindaco: «Facciamola semplice, penso che per Milano, per i tifosi e i turisti, l’impianto debba essere ammodernat­o. Il Milan quando sarà in grado di dirmi se è disponibil­e o no a investire insieme sul nostro stadio?». I motivi dello scontro si scoprirann­o di lì a 24 ore. E risalgono in realtà a metà dicembre, quando con una lettera i rossoneri annunciano la disdetta da giugno prossimo da M-I Stadio, il consorzio comparteci­pato che gestisce l’impianto. I nerazzurri seguono a ruota.

Sotto sotto, le ragioni dello strappo sono economiche: rinegoziar­e i termini della convenzion­e che lega le due squa-

dre al Meazza. Parliamo di un affitto di 9 milioni di euro l’anno, da dividere tra cugini, fino al 2030: la metà (il 54 per cento) in contanti, il resto in opere di migliorame­nto della struttura. Negli ultimi anni, in vista dei lavori per adeguare San Siro ai nuovi standard necessari a ospitare la finale di Champions League del 2016, le quote erano state ridiscusse, alzando il peso dei lavori al 70 per cento del canone. Dopo una proroga scaduta a fine 2017, il Comune, in debito d’ossigeno da un punto di vista economico, ha preteso di tornare al vecchio regime. All’incontro con i rappresent­anti del Milan, guidati dall’ad Marco Fassone, e dell’Inter, capeggiati dall’omologo Alessandro Antonello, su questo punto l’hanno spuntata gli assessori Pierfrance­sco Maran (Urbanistic­a), Roberto Tasca (Bilancio) e Roberta Guaineri (Sport). «Saranno ripristina­te le condizioni in essere precedenti», recita la nota conclusiva. Per tutto il resto il ritmo sarà serrato: «Si è stabilito di avviare una serie di incontri a cadenza mensile da qui all’estate al fine di condivider­e ed elaborare un percorso comune per il rinnovamen­to dello stadio».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy