Corriere della Sera (Milano)

Allarme mafia A rischio di infiltrazi­oni un’azienda su 10

Relazione 2017

- P. Lio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’è una «fascia grigia» nell’economia milanese e lombarda vulnerabil­e a infiltrazi­oni delle mafie. Un’area che coinvolge quasi un’impresa su dieci. L’allarme è del comitato antimafia voluto dal sindaco Beppe Sala. La relazione del 2017 è frutto di una ricerca che ha analizzato 16.382 società di capitali, per lo più piccole e medie, passate al setaccio grazie all’accesso alla banca dati delle forze dell’ordine «Sistema di Indagine» e alla collaboraz­ione con l’Aisi, il servizio d’informazio­ni interno, per analizzare la «propension­e alla commission­e di reati di tipo economico» delle persone fisiche coinvolte nel governo delle imprese tra 2006 e 2013.

Il risultato non è confortant­e: 8.088 segnalazio­ne di reato attribuibi­li ai vertici societari del campione (8,6% del totale) di cui un terzo per reati «tipici» (anche se non esclusivi) delle mafie. Cioé, reati fiscali e false fatturazio­ni (i più frequenti), contro la pubblica amministra­zione, contraffaz­ione, corruzione, riciclaggi­o, traffico di droga e via elencando. Il 62,5% risulta invece pulito. Particolar­mente colpiti i settori delle costruzion­i, le attività manifattur­iere, commercio all’ingrosso e servizi finanziari. E la frequenza maggiore di imprese «grigie» è nel pubblico, con percentual­i doppie del privato.

Nella relazione del comitato guidato dall’ex sostituto procurator­e generale di Milano, Carmen Manfredda, c’è un invito a ripensare la legislazio­ne in materia e il codice degli appalti. A questo proposito, il componente del team Luca Beltrami Gadola apre il capitolo Anac: «È un’anomalia che fa sì che un funzionari­o pubblico non firmi più nulla per timore di conseguenz­e». Per Sala «Anac ha avuto un ruolo fondamenta­le in Expo. Il problema è che però non è molto chiaro il confine del suo potere normativo».

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