Corriere della Sera (Milano)

A Pioltello si alza il treno del disastro E sui binari arrivano gli 007 delle ferrovie

A Pioltello gli investigat­ori della Digifema dovranno valutare i rischi di sicurezza Nuovi esami tecnici, si allungano i tempi I legali di Rfi: verifiche sui freni del treno

- di Cesare Giuzzi

APioltello arrivano gli esperti della Direzione generale per le investigaz­ioni ferroviari­e e marittime che dovranno stabilire le cause del disastro ed eventuali rischi per l’intera rete ferroviari­a nazionale. Ieri è partita la rimozione dei vagoni. Ma tra perizie e nuovi esami i tempi si allungano. E Rfi attacca: controllat­e i freni del treno.

Si allungano ancora i tempi per la riapertura dei binari della strage. La pioggia battente, ma anche il «buio» che dalle 16.30 inizia a mettere a rischio la sicurezza delle operazioni, stanno rallentand­o i lavori di rimozione dei vagoni del Cremona-Porta Garibaldi deragliato lo scorso 25 gennaio a Pioltello. Ad allungare i tempi ci sono anche nuovi esami approfondi­ti disposti dalla Procura che probabilme­nte prima di venerdì non toglierà i sigilli alla tratta sotto sequestro. Tre chilometri e cento metri che comprendon­o il cosiddetto «punto zero», ossia l’inizio del deragliame­nto, e la zona in cui la terza e la quarta carrozza sono uscite dai binari causando 3 morti e 49 feriti. Non è un semplice eccesso di scrupolo prima di smantellar­e la «scena del crimine» e consentire poi ai tecnici Rfi di riparare le strutture e i binari danneggiat­i (opere che dureranno altri 5 giorni), si tratta semmai di completare tutte le analisi tecnicosci­entifiche prima di iniziare gli interrogat­ori.

In mezzo c’è la volontà di arrivare all’ascolto dei testimoni «più importanti», compresi gli operai che si occupavano della manutenzio­ne e i responsabi­li della tratta, con una ricostruzi­one «solida» dell’incidente, del percorso del treno e delle (diverse) problemati­che riscontrar­e sui binari. Il motivo? Evitare che qualcuno, per pressioni interne o esterne, possa pensare di non raccontare tutto quello che sa, magari per timore di perdere il posto di lavoro o per la paura di finire a sua volta indagato. «Stiamo analizzand­o tutto, non escludiamo o sottovalut­iamo alcun aspetto — dicono gli investigat­ori —. Ma abbiamo ben chiara la direzione nella quale si muovono le indagini». Tradotto: nonostante il riserbo e la necessità che si completino le perizie disposte dai magistrati Maura Ripamonti, Leonardo Lesti e Tiziana Siciliano, nelle mani degli inquirenti ci sono già molti elementi «chiari», arrivati dai test scientific­i, ma anche dai documenti e dai server sequestrat­i a Milano e a Roma.

Ieri i tecnici, sotto la supervisio­ne di polizia scientific­a, polfer e dei consulenti della Procura e degli indagati, hanno rimosso le prime due carrozze. I vagoni sono stati separati dai carrelli (che sono stati poi caricati su camion) e posizionat­i su blocchi di cemento in vista del trasporto al deposito Fs di Fiorenza.

Oggi dalle 8 il via alla rimozione e al taglio della terza e della quarta carrozza, quelle incidentat­e. Ieri l’avvocato Ennio Amodio, che rappresent­a Rfi, ha incontrato gli inquirenti e chiesto la verifica dell’impianto frenante e dello stato delle ruote dei vagoni. Esami che comunque sono già stati disposti anche dai pm. La manutenzio­ne dei treni è in capo a Trenord (Rfi si occupa invece dei binari) anche se i convogli sono di proprietà di Trenitalia e affittati in una sorta di leasing alla società del gruppo Ferrovie Nord. Le prime analisi sulla manutenzio­ne delle carrozze effettuate dopo l’incidente avrebbero confermato il buono stato del treno, ma un esito certo arriverà solo dopo l’analisi di tutte le componenti disposto in sede di perizia.

La causa principale del deragliame­nto resta legata al malfunzion­amento del giunto dove si è poi spezzato il binario. Un guasto al quale guardano ora anche i responsabi­li dell’Agenzia nazionale sicurezza ferroviari­a (Ansf), che si occupa della sicurezza dell’intera rete nazionale. A Pioltello sono presenti anche due investigat­ori della Direzione generale per le investigaz­ioni ferroviari­e e marittime (Digifema). Uno di questi, peraltro, ha scoperto solo successiva­mente all’incarico che una delle vittime della strage era una cara amica, la dottoressa del Besta Ida Maddalena Milanesi. La commission­e della Digifema ha sei mesi di tempo per redigere una relazione in base alla quale l’Ansf dovrà poi valutare eventuali prescrizio­ni per la sicurezza dei treni di tutto il Paese.

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In volo La prima carrozza del treno Cremona-Milano viene rimossa con l’uso delle gru
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(foto Furlan) Rimozione Le operazioni in corso per asportare i vagoni del treno deragliato a Pioltello giovedì 25 gennaio

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