Caravaggio al fotofinish
Nella giornata finale della mostra su Caravaggio a Palazzo Reale gli ultimi visitatori sono stati una coppia, lui milanese, lei parigina. La prima degli esclusi, una studentessa armena della Cattolica.
Alle 23 il banco chiude. La soddisfazione e la fatica per i 420 mila biglietti staccati in poco più di 4 mesi fino alle ultimissime code di domenica sera è tale che bigliettai e sorveglianti di Palazzo Reale chiedono all’ultima coppia arrivata di farsi un selfie insieme per immortalare il momento. Gli ultimi due biglietti della mostra «Dentro Caravaggio» sono per Gianmarco Di Stasio, 41 anni e Dorothee Jarrige, 40. Lei parigina e consulente giuridico, lui avvocato milanese, insieme dai tempi dell’Erasmus in Germania.
«Lavoriamo in centro — dice lui — e ogni volta passando vedevamo un sacco di gente in fila. Per evitarla abbiamo scommesso sulla possibilità di trovare il museo tutto per noi all’ultimo. Così è stato». Giunti per il rotto della cuffia alle 22.58, hanno vissuto un’esperienza mistica. «Di solito le mostre sono superaffollate, invase dal rumore delle comitive. Invece a quest’ora siamo in pochi. Potremo ammirare le nostre opere preferite in raccoglimento».
Alla fine della visita ammettono un debole non per il «Ragazzo morso da un ramarro» o la «Giuditta e Oloferne», risultati tra i poster più venduti al bookshop, ma per la «Sacra famiglia con San Giovanni Battista». «Ha una grazia e una tenerezza — spiega Di Stasio — che sorprende in un pittore così tragico». Le code non sono mancate nell’ultimo giorno. Solo dalle 21.30 i visitatori si sono fatti meno frequenti. Gli accessi più facili. «Alle 12.30 ci volevano tre ore per entrare — racconta Alessandra Poletti venuta con la famiglia — e abbiamo rimandato fino alle 22.30». Alle 22.40 entra subito anche Daniele Leccia con gli amici. Tutti universitari. Lui, studente a Brera, guida il gruppo nelle sale. Poi la biglietteria chiude. Per chi è dentro, ancora un’ora per emozionarsi davanti alla seconda mostra più vista a Milano dal 2006. Alle 23 e 11 fa capolino Nona Shaghoyan, studentessa armena del master di Arts management all’Università Cattolica. La prima — anzi, l’unica — degli esclusi. «Peccato» abbozza quando il personale la informa che la mostra «is closed». Non la prende male, sorride e ammette «di aver fatto troppo tardi a cena».
E indica sul suo smartphone le foto della «Madonna dei Palafrenieri» e il «San Girolamo» visti a Roma, Galleria Borghese. «Adoro Caravaggio. Sono da poco a Milano. Quando ho visto i manifesti, ho cercato di fare il possibile per esserci». Intanto ha scelto la sua prossima meta: «Mercoledì al Mudec Frida Kahlo». E Picasso, di ritorno in autunno? «Non me lo perderò per nulla al mondo», assicura. A mezzanotte Palazzo Reale chiude i battenti. Gli assalti all’entrata e gli svenimenti tra il pubblico sono un ricordo. Goodbye, Caravaggio.