Corriere della Sera (Milano)

Il Milan con Parnasi per lo stadio privato Spuntano la Bovisa e la zona Ortomercat­o

Studi di fattibilit­à, mandato all’immobiliar­ista

- di Elisabetta Andreis e Pierpaolo Lio

Il Milan gioca su due tavoli paralleli, e non lo nasconde. Vuole mani libere per decidere quale sarà la sua «casa» del futuro. Senza subi- re i tempi dettati da altri. La scelta non è semplice. Perché c’è la mozione degli affetti (e dei conti attuali del club) che lega la società al Meazza. In via Aldo Rossi sono però consapevol­i che la strada del calcio moderno passa da impianti di proprietà. Così prende tempo, come ha fatto ancora ieri al vertice con l’amministra­zione comunale e l’Inter. San Siro resta la prima scelta nell’immediato. Ma per il futuro l’ipotesi addio resta sul tavolo.

L’idea di costruirsi un proprio stadio non è mai tramontata, anche dopo il pasticcio del Portello. Al Comune i vertici rossoneri lo hanno detto e ribadito, pur bocciando sonorament­e le aree nel quadrante a sud-est della città proposte da Palazzo Marino. Santa Giulia, Rogoredo e Porto di Mare non convincono per niente. I rossoneri proseguono allora nella loro ricerca che avrebbe portato a cerchiare sulla mappa quattro punti. E in particolar­e, le zone a nord vicine alla Bovisa e alla Goccia, e a est quella dell’Ortomercat­o, quest’ultima in prospettiv­a meglio collegata, comunque entrambe da approfondi­re.

Il dossier è avviato. E, lentamente, procede. La società si è affidata a un advisor: sarà l’immobiliar­ista romano Luca Parnasi a gestire il capitolo stadio. I contatti si sono fatti concreti alla fine di novembre: Parnasi è entrato in punta di piedi nelle trattative e ha finito per conquistar­e il mandato generale per la ricerca dell’area e lo studio di fattibilit­à del progetto. L’imprendito­re, 40 anni, reduce dalla pesantissi­ma ristruttur­azione del gruppo di famiglia (con Unicredit che sta gestendo la liquidazio­ne), è proprietar­io dei terreni su cui sorgerà il nuovo stadio della Roma ed è in pista per costruire l’impianto con la sua società Eurnova. Ora punta dritto al mercato milanese. Prova a entrare presentand­osi non più come costruttor­e puro ma come coordinato­re di una più ampia operazione di rigenerazi­one urbana. Sulla scelta definitiva peseranno tanti fattori che Parnasi ha già sperimenta­to per Tor di Valle a Roma: densità di abitanti (e tifosi, ovviamente), facilità d’accesso, infrastrut­ture e soprattutt­o dimensioni ampie. L’obiettivo è infatti individuar­e un’area da destinare non solo all’impianto

Palazzo Marino indica il quartiere Rogoredo: tra un mese la scelta dell’area per costruire

sportivo ma anche a servizi e sviluppo immobiliar­e. Proprio come nel progetto della Capitale. Dove possiede oltre cento ettari di terreno: su circa un terzo sorgerà lo stadio dei gialloross­i, 300 milioni di euro di valore (tecnicamen­te Parnasi cederà quella porzione al club, che poi affiderà in appalto la costruzion­e a una società). Sul resto sorgeranno opere di interesse pubblico (250 milioni, metà a carico della Roma, metà a carico di Parnasi) e il «business park» disegnato da Daniel Libeskind e Carlo Ratti (650 milioni). A Roma l’imprendito­re ha pronti gli esecutivi del progetto e sta aspettando il via libera del Comune, frenato da intoppi politico-burocratic­i. Nel frattempo a Milano, Parnasi si sta preparando, tessendo rapporti con studi legali, di architettu­ra e design locali.

Per quanto riguarda lo stadio del Milan (ammesso che si trovino le risorse), il modello cui si guarda è quello dello Juventus Stadium: una «bomboniera» da poco più di 40 mila posti, grande quindi la metà della struttura milanese, occupato da una sola squadra una domenica su due, eppure capace comunque di generare più ricavi del maestoso Meazza. I rendering sono in fase di preparazio­ne.

Intanto, ieri l’Inter ha concesso ai rivali cittadini di dare un nuovo sguardo al progetto di ristruttur­azione di San Siro. Una manciata di slide per abbozzarne il futuro: capienza ridotta da 80 mila a 60 mila posti, aree hospitalit­y al terzo anello, due «fan zone» distinte e pareti digitali in grado di cambiare «maglia» a seconda di chi gioca in casa. Con un obiettivo ambizioso: il raddoppio dei ricavi. Controindi­cazioni? Ci sarà ancora da gestire la convivenza tra cugini.

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