Corriere della Sera (Milano)

Il liceo sbanca con il classico in rimonta

Lo sceglie il 60 per cento, lo scientific­o conserva il primato. Esuberi agli artistici

- di Elisabetta Andreis

Gli studenti milanesi continuano a preferire i licei. I primi dati sulle iscrizioni chiuse martedì sera rafforzano il trend già registrato negli ultimi due anni. I licei attirano dunque il 60 per cento delle matricole (mentre un 29 per cento sceglie il tecnico e l’11 per cento il profession­ale). Il classico continua la rimonta sullo scientific­o, che resta comunque saldamente al primo posto.

Sospetti

C’erano stranezze ma non pensavamo si chiudesse. Chi di noi ha potuto se n’è andato

Stipendi in sospeso da maggio. Paghe da fame e «concesse» con mesi di ritardi. Un clima di intimidazi­one. «Le vittime siamo noi, insieme ai ragazzi». Prende la parola — a nome dei colleghi — uno dei docenti della «Queen». L’istituto di recupero anni scolastici di via Stilicone ha chiuso all’improvviso lunedì 6 novembre. I vertici sono spariti insieme ai soldi delle rette dei 31 ragazzi iscritti.

Non avete «annusato» la truffa voi docenti?

«Da marzo ci siamo accorti che qualcosa non andava. Gabriella D’Agostino e Manuele Ruta (i due responsabi­li della scuola, ndr) ostentavan­o ricchezza. Auto nuove, vestiti firmati, smartphone... Ci chiedevamo da dove prendesser­o i soldi. Gli studenti erano solo una trentina, le spese di gestione alte, dall’affitto del palazzo di quattro piani agli stipendi del personale: tre segretarie, dieci docenti e una addetta alla ristorazio­ne».

Perché non siete intervenut­i? Nessuno scrupolo di coscienza?

«Non pensavamo si rischiasse la chiusura e poi sa, per noi insegnanti lo stipendio era importante. C’è chi ha la mamma malata da far curare, chi due figli, chi si arrabatta tra più lavori. Anche noi siamo stati truffati». Come gestivano l’istituto D’Agostino e Ruta?

«Al momento dell’iscrizione chiedevano ai ragazzi quale mestiere facessero i genitori. In base a quello stabilivan­o la retta, ho sentito anche di 20 mila euro per un anno di lezioni. E poi ci tenevano ad affermare il loro ruolo. Per parlare con la preside era necessario richiedere un appuntamen­to per email. D’Agostino e Ruta si facevano servire il pranzo al bar interno della scuola. E poi collegi docenti infiniti e non pagati in cui ci istruivano su come comportarc­i con gli studenti».

Quando è scoppiato il pasticcio?

«Un venerdì di ottobre ci è arrivata la mail: “Lunedì scuola chiusa per lavori”. Un nuovo rinvio, poi più nulla. Abbiamo capito che non avremmo più riaperto. I genitori continuava­no a scriverci per chiedere informazio­ni, ma ne sapevamo meno di loro».

Come avete reagito?

«Ci siamo ritrovati tra di noi. Poi la preside ha incontrato le famiglie in una riunione farsa in un altro istituto di recupero anni. D’Agostino ha preteso che gli alunni si iscrivesse­ro lì, pagando di nuovo le tasse. Ha promesso di saldare una parte della spesa al posto loro, ma ovviamente non lo ha ancora fatto».

E voi docenti?

«Da maggio non vediamo la paga. Anzi, a settembre e ottobre abbiamo lavorato in nero perché non ci è stato fatto firmare un contratto».

Farete causa?

«Alcuni hanno lasciato perdere e cercato un altro impiego, altri si sono rivolti a un avvocato. Io ho fiducia nella giustizia».

 ??  ?? Sul Corriere Lo scandalo della scuola di via Stilicone, nella zona di via Cenisio
Sul Corriere Lo scandalo della scuola di via Stilicone, nella zona di via Cenisio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy