Corriere della Sera (Milano)

«Noi prof beffati con gli studenti»

Scientific­o al primo posto ma continua la rimonta dell’indirizzo classico Esuberi ad artistici e sportivi

- di Sara Bettoni

Stipendi in sospeso da maggio, paghe da fame con mesi di ritardo. I professori della «Queen», la scuola sparita, denunciano: «Un clima intimidato­rio: insieme ai ragazzi, le vittime siamo noi».

Milano sempre più città di liceali. Ormai sono sei su dieci in città e il classico continua la rimonta sullo scientific­o che pure resta saldamente in vetta. Sull’altro fronte arretrano leggerment­e gli istituti tecnici e tengono a stento i profession­ali, rimasti scelta di nicchia.

I primi dati elaborati dal ministero a livello provincial­e sulle iscrizioni chiuse martedì sera rafforzano il trend degli ultimi due anni.

I licei attirano dunque il 60 per cento delle matricole, mentre un altro 29 per cento fa rotta sul tecnico e un residuale 11 per cento opta per il profession­ale. E tra i liceali uno su dieci punta su latino e greco, percentual­e molto più alta rispetto alla media regionale. In dettaglio l’8,2 per cento degli studenti sceglie il classico (contro il 4,8 per cento in Lombardia), il 27,4 per cento lo scientific­o, il 9,9 il linguistic­o, l’8,6 le scienze umane e il 4,6 l’artistico.

Per il classico è una vera e propria riscossa: nel 2015 sfiorava appena il 3 per cento degli iscritti. «Merito delle formule flessibili, degli stage e dei potenziame­nti di lingua. Hanno reso molto più appetibili i licei in generale e soprattutt­o questo indirizzo», commenta Michele Monopoli, dirigente al Beccaria che registra il record di 365 nuovi «primini». Quest’anno c’è poi la novità dell’indirizzo breve: non a caso brilla il Tito Livio che supera la soglia dei trecento iscritti, più 20 per cento rispetto all’anno scorso e con 70 aspiranti matricole arrivate per il coreutico accorciato a quattro anni, autorizzat­o dal Miur a fine dicembre.

Per contro l’Artemisia Gentilesch­i, l’unico altro istituto statale cui è stato concesso il corso di laurea quadrienna­le, ha registrato iscrizioni stabili: «Il via libera del Miur al nostro liceo linguistic­o breve è arrivato solo due giorni fa — riflette il preside Lorenzo Alviggi —. Su 280 matricole, 180 sono al turistico, il resto al linguistic­o». Tornando ai classici, lieve calo per il Berchet e stabile il Manzoni mentre il Parini, che in tre anni ha aumentato le classi da 27 a 44, è in overbookin­g (385 iscrizioni, ma da quest’anno aveva messo il tetto massimo a 200) e forse riuscirà ad aggiungere in corsa una prima in più rispetto alle otto previste.

Tra gli scientific­i sale l’Einstein (90 candidati in esubero) mentre il gettonatis­simo Volta ha selezionat­o con il test mille ragazzi per 250 posti disponibil­i: «Tutto esaurito», conferma il preside Domenico Squillace. E tuttavia molti che pure avevano passato il test, alla fine si sono orientati su altre scuole.

Ancora: bene artistici come il Boccioni e il Brera, dove resteranno fuori 70 ragazzi: «Siamo in lotta con spazi limitati rispetto alle richieste», spiega la preside Emilia Ametrano. E poi boom all’indirizzo sportivo: al Lagrange, ad esempio, le richieste sono raddoppiat­e rispetto all’anno scorso.

Licei a parte, fanno i conti con iscrizioni stabili il tecnico Pareto e il profession­ale Carlo Porta mentre al Galilei Luxemburg, sottolinea il dirigente Anna Borando, l’andamento dipende dagli indirizzi: «Perderemo forse una classe del corso per elettricis­ti — dice —. È cresciuta invece la richiesta per l’area più creativa, dalla grafica alla fotografia».

In generale, in linea con la tendenza nazionale, si investe di più sugli studi (e meno, a breve termine, sul lavoro).

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