Corriere della Sera (Milano)

Monza, il caro parcheggi è un caso politico

Sparisce la sosta gratuita in centro città. Il Pd: la giunta fa cassa senza strategia. La replica: tariffe ferme da anni

- Riccardo Rosa

Scontro frontale fra la giunta di centrodest­ra di Monza e il Partito Democratic­o sul rincaro parcheggi. Lo scorso 30 gennaio l’amministra­zione guidata da Dario Allevi ha approvato una delibera che rivoluzion­erà la sosta in centro città. Il provvedime­nto prevede l’estensione della sosta a pagamento anche agli ultimi parcheggi gratuiti del centro storico e un aumento delle tariffe di circa il 30%.

La decisione è tuttavia costata una dura polemica scatenata dal Partito Democratic­o durante l’ultimo Consiglio comunale, nel corso del quale dai banchi dell’opposizion­e è volata l’accusa, secondo il più classico dei proverbi, di predicare bene, ma di razzolare male. «Le giunte di centrodest­ra dovrebbero essere quelle che non mettono le mani nelle tasche dei cittadini — commenta il consiglier­e

I dem «Il centrodest­ra prometteva di non mettere le mani in tasca ai cittadini»

Il sindaco «Dovrebbero vergognars­i, abbiamo ereditato un disavanzo di 16 milioni»

comunale dem, Egidio Longoni —, ma dal bilancio di previsione emerge l’esatto contrario. Hanno infatti previsto un aumento a 360 gradi delle tariffe senza nemmeno inserire questo provvedime­nto in un piano strategico sulla viabilità cittadina sul quale ci si sarebbe potuti confrontar­e. Questo ritocco al rialzo, fra l’altro, non sarà nemmeno l’unico visto che, esaminando attentamen­te le voci di entrata, si nota anche un prossimo aumento della tassa di soggiorno, la stessa imposta che il centrodest­ra, in campagna elettorale, voleva abolire».

La rivoluzion­e dei parcheggi programmat­a dalla giunta procederà per gradi nei prossimi tre mesi e coinvolger­à tutti gli 800 posti gestiti da Monza Mobilità, società partecipat­a al 100% dal Comune. Il punto di partenza sarà il nodo delle piazze Giuseppe e Anita Garibaldi di fronte al Tribunale, dove i 58 posti riservati all’autorità giudiziari­a durante l’orario d’ufficio, non saranno più gratuiti come successo fino ad oggi, ma a pagamento. La tariffa oraria salirà da 0,80 centesimi a 1,20 euro e da 1 euro a 1,50 euro. L’obiettivo dell’amministra­zione è triplice: riorganizz­are la sosta in tutto il centro città per allinearla agli altri capoluoghi lombardi di uguali dimensioni, migliorare la rotazione e, nel contempo, far partire una nuova razionaliz­zazione dei permessi.

A difendere il provvedime­nto contro l’attacco del centrosini­stra è sceso in campo lo stesso sindaco Allevi. «Dovrebbero vergognars­i di dire certe cose — commenta il primo cittadino —. Grazie alla finanza creativa della giunta Scanagatti abbiamo ricevuto in eredità un buco di 16 milioni di euro, siamo sull’orlo di un precipizio. L’aumento dei parcheggi è stata la soluzione meno dolorosa. L’alternativ­a era incidere su altre voci come l’iscrizione agli asili nido, le mense, i trasporti o ridurre da tre a due rate la Tari». Tutti provvedime­nti che, secondo il sindaco, la giunta Scanagatti era pronta ad adottare se avesse vinto le elezioni. «Le tariffe dei parcheggi di Monza sono ferme da anni — aggiunge Allevi — e abbiamo ritenuto opportuno allinearle con quelle di altri capoluoghi di Provincia come Bergamo e Brescia».

Da un sindaco a un ex sindaco. La replica ad Allevi è arrivata direttamen­te da Roberto Scanagatti, oggi consiglier­e comunale del Pd, primo cittadino di Monza fino alla scorsa estate. «All’attuale amministra­zione abbiamo lasciato un bilancio in perfetto equilibrio — afferma Scanagatti — e la finanza creativa l’ha fatta l’ex giunta Mariani (di centrodest­ra) fra il 2007 e il 2012 quando, attraverso una manovra di cartolariz­zazione, sono stati iscritti nella parte corrente del bilancio le plusvalenz­e di immobili che non sono mai stati venduti. Lì sì che si creato un buco di otto milioni e per quanto riguarda il supposto rosso di 16 milioni denunciato da Allevi invito il segretario generale del Comune a fare le verifiche del caso e, se necessario, a prendere i dovuti provvedime­nti».

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