L’ANTICA FACCIATA DA TUTELARE SFIDA FRA TECNICA E BUROCRAZIA
Caro Schiavi, rispondiamo alla lettera pubblicata da
Noi cittadini (in data 7 febbraio) a firma di Maurizio Carmignani, ringraziando i lettori che hanno scritto alla rubrica, per averci dato l’occasione di ritornare a parlare di un argomento a noi molto caro: il restauro della facciata storica dell’Istituto Nazionale dei Tumori, uno dei beni scientifici e monumentali di Milano.
Si tratta di un compito complesso in quanto l’edificio è storico ed è sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza delle Belle Arti. Non è purtroppo percorribile una semplice eliminazione delle scritte, perché i sistemi comunemente utilizzati (pulizia con getti d’acqua ad alta pressione) potrebbero provocare l’ulteriore danneggiamento e distacco degli intonaci. Anche una tinteggiatura non risulterebbe facilmente praticabile se non precedentemente autorizzata dagli organi competenti (che hanno facoltà di imporre colori e materiali da utilizzare e, in generale, le opere da realizzare).
È allo studio un progetto di ristrutturazione delle facciate i cui tempi sono legati all’autorizzazione degli enti preposti e al reperimento delle risorse.Queste problematiche sono da sempre all’attenzione del nostro Istituto; infatti, proprio in questa direzione, recentemente è stata effettuata la pulizia della facciata del blocco 5 (che si estende su via Ponzio), non soggetta a vincoli. Duole constatare che, per lo scarso senso civico di alcuni, in pochi giorni è stata nuovamente coperta di graffiti. Enzo Lucchini presidente Istituto Nazionale Tumori Luigi Cajazzo direttore generale
Caro presidente e direttore,
la lotta ai muri sporchi della città è una battaglia civile da riprendere con coraggio e determinazione: si tratta di una vergogna che due sindaci (Albertini e Moratti) hanno cercato di cancellare, trovandosi a combattere con il muro del Tar, che nel 2009 fermò l’Amsa. Il degrado fa male a Milano, ma la Sovrintendenza decide in tempi biblici: speriamo ci smentisca. Auguri per l’impegno e buon lavoro.