Truffe e «link» con l’Isis Così partì il grande allarme
Le indagini sulla mobilitazione di San Silvestro
Ecco chi è l’uomo del grande allarme di Capodanno e della pronta mobilitazione dei carabinieri. Le indagini del pool antiterrorismo hanno permesso di scoprire il «responsabile» della prenotazione e del mancato arrivo all’hotel «The Hub». Ha un «legame» con un connazionale marocchino preso alla vigilia di un attentato e milita in una banda specializzata nella clonazione di carte di credito.
La sua prima nota «biografica», raccolta e diffusa dall’intelligence francese, aveva innescato la mobilitazione antiterrorismo dei carabinieri a Capodanno. Quel cliente fantasma che, come rivelato dal Corriere, proprio nei giorni di fine 2017 aveva prenotato una stanza all’hotel «The Hub» per tre persone senza presentarsi, in passato aveva ricevuto dei soldi. Una somma non consistente, novanta euro inviati con un money transfer. Ma quel denaro proveniva da Marsiglia e da Hicham El Hanafi, marocchino poi arrestato per la progettazione di un attentato (sventato) in Francia. La seconda nota «biografica» è emersa ora, dopo le indagini nella zona di Massa Carrara, dove l’uomo della prenotazione, connazionale di El Hanafi, vive e traffica: fa parte di una banda che clona carte di credito. L’incrocio di queste due note ha generato una lettura dell’antiterrorismo che ci permette di raccontare cos’è successo da inizio gennaio a oggi.
I primi sospetti
Era stata una mobilitazione esemplare per reattività e nel contempo per «silenziosità». Un attento dipendente dell’hotel, una delle visibili torri in uscita da Milano prima della Fiera di Rho-Pero, aveva chiamato i carabinieri in quanto insospettito. Il marocchino aveva dapprima telefonato per bloccare una camera; alla risposta dell’impiegato dell’impossibilità a causa dell’assenza di stanze libere, aveva insistito. Gli era stato consigliato di provare con i motori di ricerca su Internet che solitamente hanno camere «riservate». Il marocchino aveva infine trovato una stanza e l’aveva bloccata, pagando con carta di credito. Succedeva a Natale. I giorni successivi non era arrivato. Né lui né le altre due persone, delle quali si ignoravano e ignorano le identità. Quell’addetto aveva trovato anomalo sia il comportamento sia soprattutto la concomitanza dei tempi della prenotazione con una delle più affollate feste in Italia di Capodanno: una nottata di cene e balli, nello stesso albergo, per cinquemila persone. Il veglione si era svolto regolarmente, nessuno dei partecipanti aveva avuto percezione dei «movimenti» dei carabinieri all’interno dell’hotel, mentre le Api, le squadre speciali create dopo gli orrori al Bataclan di Parigi, avevano ricevuto l’ordine dell’immediata operatività nell’attesa di ogni tipo di «scenario».
La grande allerta
La notizia «lanciata» dall’impiegato del «The Hub» aveva percorso rapidamente i canali dell’antiterrorismo, venendo elaborata dal Nucleo informativo che, in possesso del nome del marocchino, l’aveva mappato fino all’ultima «ramificazione». Nel corso della ricerca era uscito il collegamento con El Hanafi. Gli analisti insistono sulla centralità del legame tra criminalità comune e terrorismo. Spesso gli stragisti «nascono» dalla malavita straniera di strada e a essa rimangono legati, durante il processo di radicalizzazione e nell’organizzazione ed eventuale esecuzione del «martirio». È un legame necessario, per i terroristi, bisognosi di avere contatti pronti per il reperimento di armi, e per la fornitura di auto rubate, falsi documenti, covi e coperture nella vita quotidiana come possono essere le carte di credito intestate a estranei.
I canali della banda
Quel money transfer, così ha stabilito l’inchiesta del pool antiterrorismo guidato da Alberto Nobili che si è avvalsa anche del Ros di Milano, non è una prova dell’adesione del marocchino a un circuito terroristico. Resta, questa sì, la militanza del maghrebino nella banda di clonatori. Il mancato arrivo nell’hotel era stato probabilmente dovuto a un cambiamento di programmi per Capodanno che non prevedeva «danni», appunto perché le stanze erano state comprate con i soldi di altri. Nessuno esclude comunque un viaggio in città per un incontro, forse saltato, legato ad affari criminali. Scoprire con chi e per quale esatto motivo, è il prossimo obiettivo degli investigatori.
I legami Il marocchino aveva ricevuto denaro da un connazionale fermato prima di un attentato