Studenti, solo il 10% nelle residenze
Scarsa l’offerta degli atenei: 7 mila posti. E nel privato prezzi alle stelle
È il tallone d’Achille degli atenei. I ragazzi arrivano da tutta Italia e dall’Europa, ma la ricettività non è all’altezza. Una ricerca della società Jll lo mette nero su bianco, con numeri e dati. Su 193 mila universitari totali, si legge, 65 mila sono «fuori sede» e di questi circa un quarto (15 mila) stranieri. Ma solo il 10 per cento di loro trova posto in una residenza studentesca a prezzo calmierato, una percentuale bassissima se confrontata con altre capitali. «La scarsità dell’offerta influisce sulla scelta della sede universitaria e gioca a sfavore di Milano», dice Claudio Piccarreta, che ha curato l’analisi. È una carta che potremmo giocarci meglio, insomma. Settemila posti letto attuali, se si considerano anche i 1.500 gestiti da operatori privati; altri mille sono in fase di realizzazione e saranno pronti nei prossimi 12-24 mesi. Restano esclusi, però, oltre 50 mila ragazzi.
Si dirottano verso le stanze delle case private o l’alloggio nei palazzi dei gestori specializzati, spesso non in convenzione con gli atenei e dunque cari: in media 7-800 euro al mese (spese incluse), contro i 5-600 euro nelle altre città italiane. Non è facile mantenersi, anche se a livello di tasse universitarie le agevolazioni e borse di studio sono parecchie.
D’altro canto, per Milano questo è un indotto prezioso. A Città Studi gli «affittacamere» — oltre ai bar — fanno una certa fortuna, con i ragazzi, e anche qui si misura la resistenza all’idea del trasloco della Statale a Rho Pero. Cosa succederà in prospettiva? «La propensione dei privati rispetto alle locazioni studentesche inizia a calare, man mano che cresce il turismo e gli affitti brevi sembrano più convenienti», stima Luca Dondi di Nomisma. La differenza nello «student housing», alla fine, la faranno i colossi dell’immobiliare, dicono gli esperti. «Gli operatori si sono accorti adesso dell’opportunità, sono in ritardo. Ma presto arriveranno con progetti consistenti», continua Dondi.
Ricerca, società della famiglia Benetton, sta cercando una struttura adatta in zona Città Studi. L’americana Hines guidata da Mario Abbadessa sta per finalizzare la prima grossa operazione di questo tipo in Italia, proprio a Milano, vicino alla Bocconi. E anche l’olandese The student hotel, che ha inaugurato a Firenze con tanto di piscina sul tetto, sbarcherà appena possibile sotto la Madonnina.
L’idea è offrire ai ragazzi non solo un tetto, ma tutti i servizi di supporto alla socialità che consentono a chi si trasferisce a Milano, italiano o straniero, di inserirsi nel contesto cittadino. E i prezzi? «Saranno la grossa scommessa, si vedrà se riusciranno a stare entro i 500-600 euro al mese o supereranno questa soglia», dice Piccarreta.
I cantieri delle università fervono in parallelo. Si pensi al campus della Bocconi alla ex Centrale del Latte, alla nuova residenza in viale Bligny o allo studentato dello Iulm appena inaugurato alla Cascina Moncucco, mentre il Politecnico aspetta i finanziamenti per gli alloggi in piazza Ferrara e via Baldinucci. Ancora, sono partiti i lavori in Ripa di Porta Ticinese, 220 posti a tariffe concordate, un’altra struttura nascerà in via Pianell. In generale sono piccole, non arrivano a 200 posti letto. Ma nascono come funghi.
Anche a Città Studi alcuni edifici potrebbero convertirsi in studentati. Si parla di questa possibilità ad esempio per il palazzo occupato dall’Istituto neurologico Carlo Besta, mentre la Statale ha liberato l’edificio prima occupato dal centro sociale Lambretta per fare posto ad una residenza. Bocconi, Politecnico, Bicocca, Naba, Cattolica, Ied, Iulm, Statale, Civica di cinema, Istituto Marangoni, Paolo Grassi. Le scuole che attirano sono tante: una sfida, anche per l’immobiliare.