Per le vittime delle foibe un ricordo con polemiche
Tante le iniziative nel Giorno del ricordo per le vittime delle foibe. Alla commemorazione ufficiale non ha partecipato il sindaco Beppe Sala che però sulla sua pagina Facebook ha dedicato un lungo post a una pagina atroce della nostra storia recente: «Oggi è il Giorno del Ricordo e Milano si ferma per commemorare le vittime delle stragi delle foibe e l’esodo forzato di migliaia di cittadini». Sala riporta le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse. Esse fanno parte della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del nazionalismo estremo, dell’odio etnico». Non sono mancate però le polemiche sulla sua assenza. Attacchi da Riccardo De Corato (FdI) e Massimiliano Bastoni (Lega). Il capogruppo di FI, Gianluca Comazzi, rilancia invece sulla stele in ricordo delle vittime: «A distanza di un anno, purtroppo, quasi nulla è stato fatto in questa direzione». Replica Sala: «Sono il primo a dire che il tema delle foibe non è ancora abbastanza conosciuto ed è giusto che l’amministrazione prenda posizione in modo ancora più chiaro, con iniziative e altro. L’anno prossimo lo faremo». E sulla stele: «Non capisco le polemiche. Nella delibera del Consiglio è spiegato chiaramente che il monumento non deve essere fatto a spese dell’amministrazione ma che bisogna trovare i fondi. Quindi al posto che fare polemica si attivassero a trovare i fondi». A commemorare le vittime delle foibe anche CasaPound. Ieri, oltre 150 militanti si sono radunati nel parco Marinai d’Italia. Dopo aver esposto uno striscione con la scritta «Onore ai martiri delle foibe», hanno acceso le torce e osservato un minuto di silenzio. Al momento del rito del «Presente», solo uno ha alzato il braccio per il saluto fascista. Da segnalare le minacce a Ruggiero Delvecchio, consigliere di FI a Settimo Milanese. Una scritta sul muro della sua abitazione: «Delvecchio nelle foibe». «Muori» sulla sua auto.