Corriere della Sera (Milano)

LE «FAKE NEWS» COLPISCONO GLI SPAGHETTI

- di Antonio Lubrano

Gli spaghetti: ogni tanto, come figli legittimi del grano duro, sono calunniati. Adesso è il turno di una fake news: secondo anonimi, il grano duro importato da Usa Canada, Australia e Francia risultereb­be contaminat­o dal glifosato, l’erbicida più usato al mondo. In Italia nel contempo è in atto una campagna anti-glifosato a cui hanno aderito il Fai, Legambient­e, Greenpeace e il Wwf, e che sembra avallare i dubbi sul grano straniero. Ma Il fatto alimentare, periodico online, respinge la fake news: «I controlli ufficiali non lasciano spazio a dubbi quando certifican­o un tasso di contaminaz­ione inferiore all’1 per cento, relativo sia al grano italiano sia a quello straniero». Una significat­iva presa di posizione è inoltre quella di Roberto Defez, primo ricercator­e dell’Istituto di Genetica e Biofisica del Cnr di Napoli: «Il limone contiene acido citrico tre il 5 e il 7 per cento. La tossicità del glifosato è la metà di quella dell’acido citrico». Questo erbicida costa poco, il brevetto è scaduto dal 2001: «Ormai è come un farmaco generico e non mi stupisce che le aziende facciano di tutto per denigrare un prodotto così economico e per vantare le doti dei loro prodotti alternativ­i». Infine, ricordiamo­lo noi, il grano duro italiano(4 milioni di tonnellate) non basta per soddisfare il mercato interno e estero, perciò occorre quello straniero (2 milioni di tonnellate). Li salviamo, allora, i cari spaghetti dalle dicerie dell’untore?

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