Corriere della Sera (Milano)

I «braghetton­i» della Venere Una decisione anacronist­ica

- Francesca Bonazzoli

Nemmeno Paolo IV, l’ex prefetto dell’Inquisizio­ne Gian Pietro Carafa, riuscì a far coprire i nudi affrescati nella Cappella Sistina da Michelange­lo il quale, saputo dell’intenzione, scrisse: «Dite al Papa che questa è piccola faccenda; che acconci egli il mondo, chè le pitture si acconciano presto». Per riuscire a far coprire gli ignudi, incaricand­o dell’ingrato compito Daniele da Volterra (da allora bollato come «Il Braghetton­e»), il Carafa dovette aspettare la morte di Michelange­lo. Però dopo l’ultimo restauro, nel 1994, molte di quelle «mutande» sono state rimosse. Ma la preside del liceo artistico di Brera che ha ordinato di coprire le parti intime della Venere dipinta dai suoi studenti sul muro della scuola, forse non lo sa. Con buona volontà gli allievi hanno assecondat­o l’ordine della preside, ultima paladina delle norme del «decoro» controrifo­rmiste. Ma non è bastato: la dirigente voleva la cancellazi­one di quel prospero corpo rubensiano. Un paradosso per un liceo artistico poiché il nudo è sempre stata tra le principali materie di insegnamen­to e in tutte le Accademie di Belle Arti esiste la «Scuola libera del nudo» con il disegno dei modelli dal vero. Viene da chiedersi di quale scuola si sente a capo la preside perché la storia dell’arte, da quella greca in poi, è chiarissim­a riguardo al tema del nudo. Lo sa, la dirigente, che nel quadro di Tiziano «L’Amor sacro e l’Amor profano» quello sacro è rappresent­ato dalla donna nuda? Come Michelange­lo, i suoi allievi dovrebbero mandarle a dire di pensare ad acconciare meglio la scuola, ché le pitture sono piccola faccenda e facilmente le si può acconciare.

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Bozzetti La Venere poi censurata

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