Così Ilya Gringolts mette il suo violino al servizio di Bach
Bach, ancora Bach e infine Bach. Ma con la sorpresa di ascoltare la Corrente, la Sarabanda e la Giga dalla Partita in re minore nella versione originale nella rivisitazione del 52enne francese Brice Pauset. Per il suo ritorno alle Serate Musicali, domani al Conservatorio (via Conservatorio 12, ore 21, € 20-15) Ilya Gringolts torna a uno dei suoi grandi amori musicali, il sommo Johann Sebastian accostando alle seconda Partita le Sonate in sol minore e la minore. Il 35enne violinista russo non fa mistero di considerare l’Italia tra le sue passioni: «A Genova vinsi il Concorso Paganini: era il 1998, avevo solo 16 anni (fu il più giovane vincitore nella storia del concorso, ndr) ed entrai in una dimensione più grande di me: non mi sentivo pronto a tenere cento concerti all’anno, e non lo feci». Lui ha sempre voluto dare il giusto spazio allo studio: «Non all’inizio, nel senso che non fu una mia volontà cominciare. Penso che a un bambino serva del tempo per amare uno strumento, mio padre invece me lo mise in mano a cinque anni, senza possibilità di aprire discussioni. Il problema, col violino, è che servono anche anni prima che smetta di gracchiare e inizi a emettere dei suoni orecchiabili». Il suo primo incontro pubblico con Bach fu nel 2002, con un disco pluripremiato: «Iniziai il viaggio nel barocco; al tempo mi era quasi sconosciuto, oggi sono più consapevole delle sue peculiarità. Ad esempio per certi violinisti il vibrato è un obbligo, altrimenti sembra che il suono non possa esistere, invece per me non è stato difficile rinunciarvi». Molto dipende anche dal violino: «Oggi suono un Guarneri del Gesù del 1742, in passato gli Stradivari “Provigny” e “Kieswetter”; lo strumento è come un uomo, c’è il giorno che è in forma e suona benissimo e c’è la volta che è difficile cavarci qualcosa di buono».