Corriere della Sera (Milano)

DIFFIDATE DI UNA BICI USATA

- di Cristiano Gatti

Ladri di biciclette ce ne sono da sempre. Pure nei film neorealist­i. Ma ladri come oggi, così assidui e così numerosi, non se ne ricordano a memoria d’uomo. Più la bici prende piede, più sparisce. Chiunque decida a un certo punto di muoversi in questo modo — per lavoro, per risparmio, per diporto — presto o tardi comprende quanto sia faticosa la bicicletta, non solo per mandarla avanti. La foto divulgata dall’istruttore di volo, con tutte quelle carcasse sul tetto di un capannone, rende l’idea. Scegliere la bici, oggi come oggi, significa sceglierne una lunga collezione, per sostituire ogni volta quella rubata, se si hanno i soldi per sostituirl­a. Eppure lo mettiamo in conto, eppure non diamo peso: cosa vuoi mai, con tutto quello che capita in giro. Fa come una specie di amara tenerezza, non trovare più la bici. È come se fosse il suo destino. Come l’avessero costruita per questo. E quando s’incontra qualcuno che ha la stessa da vent’anni, viene l’istinto di portarlo in esposizion­e, come un pezzo pregiato. Così siamo messi. Per difenderlo, questo arnese che nel tempo — se ce lo lasciano — acquisisce pure un enorme valore affettivo, stanno inventando i metodi più avanzati: dal catenone da traghetto, fino al sofisticat­o microchip. La scienza ci sta lavorando. Nel frattempo, una mossa antifurto possiamo adottare tutti quanti, subito: evitiamo almeno di essere ricettator­i, evitiamo l’affarone di una bici dalle origini oscure. Come per le melanzane e per lo stracchino, pretendiam­o la tracciabil­ità.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy