Spesa media da 1.800 euro Record europeo
In Galleria arriva la boutique con prodotti-icona. Viaggio nella storia della moda tra le vetrine
Margherit Shumacher, passo deciso e cagnolino nella borsa, è arrivata apposta dalla Svizzera per testare la prima beauty boutique milanese di Chanel. Ha inaugurato da poco in Galleria Vittorio Emanuele, aggiungendosi alle numerose griffe straniere. Sugli scaffali prodotti esclusivi venduti solo lì, come gli occhiali e i classici trucchi-icona della griffe, sui toni di beige, nero, bianco, oro. Ma il punto forte sono i servizi dedicati alla bellezza, come a Firenze e Venezia. «Abito in provincia di Como, sono qui per prendere lezione di stile e di trucco», dice Anna Longhi, 55 anni, casalinga. La clientela è variegata. Entra una famiglia di turisti lituani — genitori e tre ragazzi al seguito: «Matthew deve comprare il regalo alla fidanzata...», dice Edita Lukse, manager, ammiccando al figlio adolescente.
Chanel a Milano aveva già il corner in Rinascente ma, a sentire gli avventori, in Galleria l’atmosfera «è totalmente diversa. Il personale racconta la storia del marchio, ascolta con pazienza ogni esigenza. E al piano di sopra c’è l’atelier. Non c’è folla: è un’esperienza rilassante», commentano Sabrina Dorlando e Domenica Bisaccia, impiegate in pausa pranzo. Le sorelle Donatella e Tiziana Giusti, in gita dalla Liguria, hanno visitato una mostra e la Fondazione Prada: «Alla spedizione non poteva mancare l’esplorazione da Chanel», sorride la prima. «Non entro in profumeria da secoli, nelle boutique mi sento imbarazzata — si schermisce la seconda —. Qui sono a mio agio, invece. E comunque
In trasferta
Sono venuta da Como per i corsi di trucco e stile Anna Longhi
Turisti
In Cina non troviamo questi prodotti e noi curiamo l’estetica Zhao Zhuoqun
è lei che mi trascina», ride. Due ragazzine giapponesi fanno una rapida incursione, chiedono prezzi, comprano di tutto, escono e passano il testimone a Sara Almasry, 17 anni dal Kuwait, che sta facendo un giro di shopping con la mamma. Incrociano due ventenni cinesi, Zhao Zhuoqun e Bai Shuo: «Viviamo a Torino, siamo ingegneri, alla bellezza siamo sensibili — spiegano —. In Cina non ci sono prodotti così buoni, dunque ne approfittiamo». Lei acquista un rossetto, lui una crema antirughe.