Cure e «coding», i malati di leucemia a scuola di computer
A Cascina Valera, di fronte al San Gerardo, le lezioni per i piccoli pazienti: un corso che dà speranza
Il soggiorno di Cascina MONZA Valera, davanti all’ospedale San Gerardo, il mercoledì pomeriggio si trasforma in un laboratorio informatico. Nella struttura realizzata dal Comitato Maria Letizia Verga per ospitare bambini e ragazzi in cura per leucemia, si svolge un corso di coding per insegnare ai giovani pazienti come parlare il linguaggio dei computer. Il progetto si chiama «Programmare la speranza». Mattia, 15 anni, sta inserendo dati nel pc e comanda a distanza un piccolo robot che si aggira per il soggiorno sotto gli occhi meravigliati dei più piccoli. Ad aiutare i giovani programmatori c’è la supervisione del tecnico informatico Daniele Acquadra che modula gli interventi a seconda dell’età dei ragazzi. Mattia, per esempio, sa già il fatto suo perché durante le lezioni della scuola in ospedale sta affrontando il linguaggio della programmazione. «Abbiamo chiamato questo progetto “Programmare la speranza”— spiega Raffaella Corti, presidente della Federazione italiana donne, arti professioni affari— perché il corso vuole rappresentare un ponte di speranza verso il futuro, in particolare come opportunità data anche alle bambine perché diventino future donne di scienza».
L’iniziativa è unica nel suo genere in un ambito ospedaliero e ha un solo precedente presso Casa Ugi a Torino. «Abbiamo accolto con interesse la proposta — commenta Giovanni Verga, presidente del Comitato — perché è fondamentale che i piccoli malati abbiano accesso non solo alle migliori cure, ma che abbiano anche l’opportunità di poter contare su una formazione scolastica di alta qualità». «I ragazzi più grandi che di solito non escono dai loro appartamenti, sono stimolati a scendere in soggiorno e confrontarsi con i coetanei — spiega Acquadra —. È un buon momento di socializzazione».