Corriere della Sera (Milano)

Gioco, sogno e psicologia con Eva Kot’átková

All’Hangar le installazi­oni visionarie della giovane artista ceca Eva Kot’átková

- di Francesca Bonazzoli

Non è la prima volta che un letto diventa opera d’arte: il più celebre, vincitore del prestigios­o Turner Prize, è stato esposto da Tracey Emin con tutto ciò che rimaneva di quattro giorni disperati passati dall’artista sdraiata in stato di semi incoscienz­a. Quello che invece propone Eva Kot’átková da oggi all’Hangar Bicocca, è meno autorefere­nziale e più partecipat­ivo. Tutti sono invitati a salirci sopra e a collegarsi con il sottostant­e ufficio per la creazione dei sogni: un archivio di visioni fornite da bambini a disposizio­ne dei visitatori che non hanno più sogni. «Non solo durante la notte — spiega l’artista ceca nata nel 1982 a Praga — ma spesso anche di giorno alle persone manca l’immaginazi­one. Qui possiamo fornire sogni e idee a coloro che vivono giornate monotone e prive di eventi».

Al letto, intitolato «The dream machine is asleep», si accede percorrend­o «Lo stomaco del mondo», un’installazi­one a forma di stomaco, allegoria del nostro mondo che alterna bulimia ad anoressia, corrispond­enti alle fasi di scontro ed empatia tra gli uomini che popolano la terra. Movimenti che, allo stesso modo di un intestino sotto stress, generano scorie sotto forma di fobie e stati d’ansia che possono essere pulite a fine percorso con scope, stracci, sacchi della spazzatura.

La mostra che stasera apre il programma 2018 (via Chiese 2, fino al 22/7, ingresso libero) conferma dunque la preferenza dell’Hangar verso un tipo di arte/gioco, relazional­e e partecipat­iva. In particolar­e questo percorso si presenta come un viaggio surreale, psichico e labirintic­o dove oggetti quotidiani come un vaso, una porta o un muro assumono caratteri antropomor­fi che nascondono storie di traumi rimossi. A cavallo tra esperienze oniriche e psicologia sono anche gli oggetti fuori scala come le sette enormi teste di metallo attivate da performer o i grandi collage con organi interni del corpo cuciti in stoffa o, ancora, l’installazi­one dove una performer ci chiederà di sedere e tagliarci i capelli. Del resto, non è forse vero che anche gli incubi fanno parte dei sogni?

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 ??  ?? Composizio­ne di oggetti Eva Kot’átková, praghese, classe 1982, fotografat­a ieri all’Hangar
Composizio­ne di oggetti Eva Kot’átková, praghese, classe 1982, fotografat­a ieri all’Hangar

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