Gioco, sogno e psicologia con Eva Kot’átková
All’Hangar le installazioni visionarie della giovane artista ceca Eva Kot’átková
Non è la prima volta che un letto diventa opera d’arte: il più celebre, vincitore del prestigioso Turner Prize, è stato esposto da Tracey Emin con tutto ciò che rimaneva di quattro giorni disperati passati dall’artista sdraiata in stato di semi incoscienza. Quello che invece propone Eva Kot’átková da oggi all’Hangar Bicocca, è meno autoreferenziale e più partecipativo. Tutti sono invitati a salirci sopra e a collegarsi con il sottostante ufficio per la creazione dei sogni: un archivio di visioni fornite da bambini a disposizione dei visitatori che non hanno più sogni. «Non solo durante la notte — spiega l’artista ceca nata nel 1982 a Praga — ma spesso anche di giorno alle persone manca l’immaginazione. Qui possiamo fornire sogni e idee a coloro che vivono giornate monotone e prive di eventi».
Al letto, intitolato «The dream machine is asleep», si accede percorrendo «Lo stomaco del mondo», un’installazione a forma di stomaco, allegoria del nostro mondo che alterna bulimia ad anoressia, corrispondenti alle fasi di scontro ed empatia tra gli uomini che popolano la terra. Movimenti che, allo stesso modo di un intestino sotto stress, generano scorie sotto forma di fobie e stati d’ansia che possono essere pulite a fine percorso con scope, stracci, sacchi della spazzatura.
La mostra che stasera apre il programma 2018 (via Chiese 2, fino al 22/7, ingresso libero) conferma dunque la preferenza dell’Hangar verso un tipo di arte/gioco, relazionale e partecipativa. In particolare questo percorso si presenta come un viaggio surreale, psichico e labirintico dove oggetti quotidiani come un vaso, una porta o un muro assumono caratteri antropomorfi che nascondono storie di traumi rimossi. A cavallo tra esperienze oniriche e psicologia sono anche gli oggetti fuori scala come le sette enormi teste di metallo attivate da performer o i grandi collage con organi interni del corpo cuciti in stoffa o, ancora, l’installazione dove una performer ci chiederà di sedere e tagliarci i capelli. Del resto, non è forse vero che anche gli incubi fanno parte dei sogni?