La location della discordia in via Poerio
Rumori e smog, petizione dei residenti contro un palazzo
Nella Milano sempre più set cinematografico, non è detto che la convivenza tra gli abitanti e chi sta dall’altra parte della cinepresa sia tutta rose e fiori. Come in via Poerio, zona Porta Venezia. Qui, trenta residenti hanno firmato una petizione diretta a Comune e polizia locale. «Da tempo nella nostra via — si legge — viene concesso l’uso del suolo pubblico per la sosta di mezzi utilizzati da troupe cinematografiche impegnate in riprese in un appartamento privato».
Indicato il numero del civico, la lettera prosegue: «Questo determina lo stazionamento di grossi automezzi nella prima parte della via su entrambi i lati dalle prime ore della mattina a sera inoltrata», impedendo «la normale sosta ai residenti. Inoltre alcuni mezzi mantengono il motore acceso per alimentare generatori di corrente necessari per le riprese. Ciò comporta l’emissione di fumi persistenti e un rumore continuo che si aggiunge a quello causato dalla troupe». Insomma, chi abita ai primi piani deve tenere ben serrate le finestre. Il tutto «spesso si protrae oltre i limiti consentiti dall’autorizzazione». Per questo motivo in alcuni casi è scattata la chiamata ai carabinieri o ai vigili. C’è chi parla di «suq cinematografico. A volte piantano le tende». Secondo i residenti «queste circostanze da episodiche e limitate sono diventate nell’ultimo anno sempre più frequenti e invasive».
A fine autunno, inoltre, «l’occupazione era durata più di una settimana nel tratto da via Bixio a piazza Fratelli Bandiera». Stavano girando un film. Da qui, la domanda se siano «state adeguatamente vagliate le circostanze prima di concedere queste ripetute autorizzazioni». E la richiesta che non «siano sacrificati i diritti dei residenti per salvaguardare l’interesse privato di alcuni singoli».
Dalla polizia locale fanno sapere che «le richieste di utilizzo del suolo pubblico sono pervenute correttamente e tutti i permessi concessi risultano in regola». In caso di infrazioni, «la polizia locale interviene e sanziona». Da parte della proprietaria dell’appartamento c’è disponibilità a venire incontro ai vicini. «Capisco il disagio collettivo — dice — anche se è per 15-20 giorni l’anno e mi sto attivando in tutti i modi per trovare soluzioni. Vorrei aumentare con allacci temporanei la potenza del mio contatore per mitigare la presenza del cinemobile, il camion che, per le produzioni più “pesanti” alimenta fari e cineprese. Alle troupe impongo sempre lo stop alle 22. A livello condominiale ho proposto di coprire alcune spese comuni. Una sorta di risarcimento per il disturbo. Sono le case di produzione, che ci cercano principalmente per girare spot, a richiedere l’utilizzo del suolo pubblico. Noi affittiamo solo il nostro appartamento. Una fonte di reddito irrinunciabile per la nostra famiglia».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il film, visto che l’attività va avanti da sei anni. «Un evento unico che ho capito solo a cose fatte quanto potesse essere invasivo. E che non ripeterò».