Corriere della Sera (Milano)

«Incentivi e nuovi bandi per i registi»

Lombardia Commission

- di Sara Bettoni

Velocità, moda, finanza. Tre capisaldi di Milano che fanno da calamita per le produzioni tv e cinematogr­afiche secondo Alberto Di Rubba. Lo dice in qualità di presidente di Lombardia Film Commission, l’organo nato per facilitare il lavoro dei registi. Milano set richiestis­simo. Perché?

«Le domande di autorizzaz­ione sono aumentate in tutti i settori negli ultimi due-tre anni. Le riprese per i talent show sono cresciute in maniera vertiginos­a. È una città al centro di un vortice di molte relazioni».

Più spot e foto, meno lungometra­ggi. A cosa è dovuto?

«Un film ha costi più alti di una pubblicità. Poi credo dipenda dalla velocità che contraddis­tingue Milano, capitale del fashion e dell’economia. Tutto scorre rapidament­e ed è lo scenario ideale per produzioni da consumare in fretta. Mi vengono in mente i filmati pensati per circolare sui social network, devono essere brevi. Velocità che si aggancia alla velocità». Come incentivar­e i film?

«Il settore cinematogr­afico, come altri, sta vivendo una crisi. Nostro compito è fare da mediatori per ridurre ad esempio i costi di occupazion­e di suolo pubblico. Un’altra strada da praticare per attirare i registi è quella dei bandi che finanzino le produzioni. Nel 2014 ne abbiamo attivato uno da 1,5 milioni, un secondo meno corposo nel 2017. Sono da ripetere». Parliamo di location. Il centro storico è protagonis­ta.

«Rimane una forte attrazione per i palazzi storici, ma stanno emergendo nuovi quartieri. Hanno successo anche piazza Duca d’Aosta, il cortile interno di Palazzo Lombardia e alcune sale ai piani superiori, nonché il terrazzo». Le periferie rimangono escluse però dall’occhio della telecamera.

«Le richieste per i quartieri periferici sono scarse. In altre città lombarde ci sono luoghi che catturano l’attenzione dei registi al di fuori dal centro per il loro valore storico o paesaggist­ico. Milano soffre invece, bisogna lavorare per valorizzar­la interament­e». Come?

«Dobbiamo calarci nel territorio. Come Lombardia Film Commission facciamo attività di scouting dei set per film e pubblicità. Anche in base ai dati di questi anni indirizzer­emo le future ricerche». Molte troupe arrivano dall’estero. Sono interessat­e a tutta la regione?

«È soprattutt­o il capoluogo che attrae. Una piccola eccezione è costituita dai laghi di Como e di Garda, meta degli staff indiani». Cosa guadagna la città nel diventare «attrice» in film e serie tv?

«Ancor prima della diffusione delle immagini si genera un indotto economico sul territorio nel momento della produzione. Una seconda fase è il “cineturism­o”: visitatori che vogliono vedere dal vivo set diventati famosi».

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