Corriere della Sera (Milano)

Ortomercat­o, la scalata di Mohamed

Dall’Egitto a una società con 160 dipendenti. Restyling dei padiglioni, voto tra i veleni

- di Giampiero Rossi

Diciannove anni fa ha iniziato a scaricare cassette di frutta e verdura. Oggi la sua coop ha superato i 5 milioni di fatturato ed è diventata una Spa di cui Mohamed Hamam è amministra­tore delegato. «Vado avanti all’Ortomercat­o perché rispetto tutte le regole». E intanto oggi approda in consiglio comunale (non senza veleni) la delibera sul piano per la riqualific­azione dei padiglioni di via Lombroso.

La festicciol­a è stata brevissima, simbolica più che altro. Poi tutti di nuovo al lavoro. All’Ortomercat­o il tempo ha un peso specifico diverso dal resto della città. Ma Mohamed Hamam e i suoi 160 dipendenti, italiani e stranieri, non potevano non celebrare un passaggio come questo: la cooperativ­a «Niente di male» è diventata una Spa.

«È la legge — si schermisce l’amministra­tore delegato nel suo italiano d’Egitto — quando superi certi parametri devi trasformar­e l’azienda...». E lui, insieme a suo fratello e agli altri compagni di albe e tramonti, dal 1999 a oggi di parametri ne ha superati parecchi, movimentan­do tonnellate di frutta e verdura. E così la sua «Niente di male» ha superato i 5 milioni di euro di fatturato annuo e ha dovuto cambiare pelle. «Ma versiamo ogni anno circa 3 milioni allo Stato — tiene a sottolinea­re Hamam — perché per uno come me, uno straniero, l’unico modo per lavorare qui dentro è fare tutto regolare». Ci scherza sopra («io vengo dal terzo mondo») e spiega che da quando, a 19 anni, ha iniziato a scaricare cassette con suo fratello, ha potuto cogliere tutte le insidie nascoste tra i padiglioni dell’Ortomercat­o: «Finché sei un poveretto ti trattano bene, quando cominci a crescere ti guardano male. Ho anche visto gente molto brutta — racconta — ma mi sono sempre comportato bene e oggi tutti sanno come lavoro».

Splendori e miserie dell’Ortomercat­o. Mentre si festeggiav­a la nuova Spa, in via Lombroso riesplodev­ano polemiche, veleni e guerre intestine. Prima la protesta dei grossisti per la sporcizia che, due sabati fa, ha trasformat­o il mercato aperto ai privati in un percorso a ostacoli. Ma sopratutto, alla vigilia del passaggio in consiglio comunale (in agenda per oggi pomeriggio) del progetto per i nuovi padiglioni ortofrutti­coli, si è riaperto il fronte tra grossisti e Sogemi che — per la prima volta dopo decenni di scontri — sembrava pacificato proprio attorno al progetto di riqualific­azione «low cost» presentato dal presidente Cesare Ferrero e approvato dalal giunta di Palazzo Marino. Un passaggio che può essere definito «storico», visto che nel ventennio precedente tutti i piani sono finiti in nulla.

Fausto Vasta, presidente dell’Ago, l’associazio­ne grossisti contesta diversi aspetti del progetto che oggi passa dall’aula consiliare: la cessione delle aree dal Comune alla Sogemi, le scelte sulla realizzazi­one della piattaform­a logistica, la durata dei contratti di affitto. E spinge a dire che «c’è il rischio concreto che non se ne faccia nulla». Il presidente di Sogemi replica: «So che le novità possono spaventare. Ma per la prima volta l’Ortomercat­o avrà una piattaform­a logistica agroalimen­tare che sarà punto di riferiment­o per attività complement­ari, dalla trasformaz­ione al packaging». E a Palazzo Marino c’è chi la butta in politica: «A quindici giorni dal voto il fatto che questa amministra­zione realizzi un’opera che la città attende da quasi trent’anni può dare fastidio».

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Imprendito­re Mohamed Hamam, 38 anni, fa 5 milioni di fatturato
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Manager Cesare Ferrero, presidente Sogemi, 53 anni

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