Brunori esplora l’età dell’incertezza. E fa un doppio sold out
Itemi della sua poetica sono la postmodernità, la vita liquida dei social network, la precarietà emotiva delle nuove generazioni e la paura, un sentimento che è diventato quasi una condizione permanente dell’umanità. Argomenti che Dario Brunori, in arte Brunori Sas, pseudonimo ironicamente mutuato dalla piccola ditta di famiglia, sviluppa a teatro con «Canzoni e monologhi sull’incertezza», uno spettacolo da lui stesso definito «unico nel suo genere». «Mi piaceva l’idea che questo tour teatrale fosse una rielaborazione dei contenuti dell’album “A casa tutto bene” — dice Brunori— . I monologhi ampliano il concetto di “paura”, analizzando le piccole grandi incertezze quotidiane, collegandole poi ai temi di ciascuna canzone, all’epoca della “vita liquida”, priva di quelle certezze, come le ideologie, le religioni o la famiglia, che ormai si sono liquefatte». Il cantautore calabrese, classe 1977, reduce da un 2017 trionfale, con la Targa Tenco per la miglior canzone dell’anno («La Verità»), il Premio Mei come artista indipendente e oltre 15 milioni di streaming su Spotify, sarà di scena sul palco degli Arcimboldi stasera e il 23 aprile (viale Innovazione 20, ore 21) con due date già sold out. Insieme alla sua band alternerà ai brani cantati intermezzi parlati. «Lo spettacolo prende le mosse da “Brunori srl”, il mio primo show teatrale fra canzoni e monologhi che utilizzano registri differenti: in alcuni casi rifacendomi alla stand up comedy di matrice americana, in altri a monologhi più classici come quelli di Gaber». L’artista cosentino sarà impegnato a marzo anche con lo show tv per Rai 3, «Brunori Sa». «Un viaggio che parte dal divano di casa mia e da cui espongo idee su macro argomenti come il corpo, la salute, la casa, le relazioni, il lavoro, la spiritualità».