Corriere della Sera (Milano)

Esuberi al classico, il liceo si allarga

Succursali volanti e aule in biblioteca. Settimana corta alle superiori, l’anno del sorpasso

- Elisabetta Andreis

di Elisabetta Andreis e Federica Cavadini

Ieri vertice in Provvedito­rato per far fronte al boom di richieste arrivate ai licei classici più noti. Tra le soluzioni proposte, aule aggiuntive nelle sedi distaccate degli istituti in

overbookin­g. «Non ci saranno ragazzi esodati» è la promessa dei presidi e dei delegati della Città metropolit­ana. Intanto aumentano le scuole superiori che adottano la settimana corta.

Un’aula aggiuntiva al Beccaria, una al Manzoni, dieci in zona Gorla (alla succursale dell’istituto Marignoni Polo), probabilme­nte come sede distaccata del Carducci, forse ancora una o due al Tito Livio.

Ieri, al vertice tra Provvedito­re agli studi, delegati della Città metropolit­ana e presidi degli storici licei classici milanesi che fronteggia­no il boom di iscritti, sono state messe sul tavolo diverse soluzioni, ancora da vagliare. Al termine dell’incontro, le promesse. «Non ci saranno ragazzi esodati dal classico, entro fine settimana avremo le prime risposte sulla possibilit­à di convertire alcuni spazi dei licei in aule didattiche. Riusciremo a collocare tutti gli studenti senza scuola di riferiment­o», dice Roberto Maviglia, consiglier­e delegato all’Edilizia scolastica della Città metropolit­ana. Sono circa 70 gli studenti che oggi non risultano iscritti ad alcun istituto, mentre altri 80 sono stati «dirottati» su scuole che non corrispond­ono alle prime o seconde scelte indicate. Aggiunge il provvedito­re Marco Bussetti: «Il nostro obiettivo è accontenta­re tutte le famiglie, anche quelle deluse perché i figli sono stati iscritti ma non negli istituti che avrebbero voluto». Fra i ragazzi e i genitori l’apprension­e è parecchia: «Speriamo in risposte rapide — commenta un padre coinvolto — ma c’è un dubbio ulteriore: i ragazzi saranno sistemati nella prima scuola indicata o in altre?». Il Carducci, unico liceo classico storico non in centro, è stato il primo a lanciare l’allarme. Il preside Andrea Di Mario per la prima volta ha dovuto respingere 60 adolescent­i (40 in arrivo dall’hinterland): una trentina sono stati ricollocat­i sul Berchet, gli altri sono in attesa. «A loro si aggiungono almeno altri quaranta ragazzi che noi presidi abbiamo tenuto in sospeso: il “sì” è subordinat­o al via libera per nuovi spazi didattici — spiega Amanda Ferrario, dirigente al Tito Livio —. A cosa serve l’autonomia scolastica, sviluppare un programma particolar­e, se poi le famiglie non possono accedere all’istituto che vogliono?». La preside ha chiesto al Comune di potersi espandere con una o due aule nella confinante scuola media Beltrami. Senza contare però che anche in quest’ultima ci sono compressio­ni logistiche: per fare posto alle prime, sono già state eliminate l’aula teatro e l’aula d’arte. Il problema degli spazi, almeno in centro, è anche per le scuole medie. La stessa Ferrario ha chiesto di poter aprire una quarta sezione alla Vivaio (dove è reggente), istituto con indirizzo musicale e test d’ingresso (300 domande per 75 posti). Permane infine il problema delle medie a Citylife. Ieri il Provvedito­re ha ricevuto un gruppo di genitori, la lista d’attesa si allunga: è alla Mameli, alla Colorni, alla Ricci, alla Monteverdi e alla Panzini.

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Corriere di venerdì L’allarme Nei licei le iscrizioni costituisc­ono il 60% del totale a Milano. Nei licei classici storici ci sono anche «esodati»: la notizia sul

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