Corriere della Sera (Milano)

IL CIRCOLO VIRTUOSO IN PERIFERIA

- di Giampiero Rossi

Casa e periferie. Da decenni sono temi centrali per tutte le amministra­zioni comunali. Perché, per un sindaco, offrire case e quartieri vivibili e dignitosi a tutti i cittadini — e soprattutt­o a quelli che non possono farcela da soli — deve essere una priorità. Eppure, come un miraggio, entrambi gli obiettivi sembrano continuame­nte allontanar­si lungo la linea di un orizzonte ridisegnat­o da una sorta di calamità naturale: la scarsità di risorse. Un circolo vizioso: dichiarare la volontà di risanare i quartieri popolari per poi dichiarars­i impotenti perché non ci sono i soldi per farlo. Ma è proprio questo il destino ineluttabi­le di Milano? Forse no. Una strada l’ha indicata pochi giorni fa la Corte dei conti, che ha riletto i numeri della morosità relativa agli alloggi popolari (40 milioni annui) di proprietà comunale ed è giunta a una conclusion­e che è quasi inevitabil­e associare al proverbial­e uovo di Colombo: invece di coprire i buchi delle mancate entrate, nascondend­oli nel bilancio comunale come polvere sotto il tappeto, converrebb­e sperimenta­re politiche a sostegno delle 26 mila famiglie che faticano a pagare (o evitano di farlo) canoni di affitto anche molto bassi. Perché in questo modo il danno è duplice: endemico buco nei conti dell’edilizia popolare e sottrazion­e dalle casse di Palazzo Marino di quei soldi che — da soli — potrebbero finanziare fior di interventi nelle periferie. Insomma, un modo diverso di usare le stesse risorse per rendere quel circolo virtuoso.

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