Cocaina e abusi In casa torture durate due anni
Arrestato un 41enne. «Ho sopportato così a lungo per proteggere i miei figli»
La moglie, una donna poco sopra i 40 anni, non poteva allontanarsi da casa se non accompagnata dal marito. Che le impediva di truccarsi, di acquistare vestiti, a volte anche di lavarsi prima di uscire. Le ispezionava il telefono. La accompagnava al lavoro, e ogni giorno si faceva trovare davanti all’ufficio nel pomeriggio. Mentre la donna portava a casa l’unico stipendio per mantenere la famiglia e i figli, quelle del marito erano le giornate di un disoccupato, che finivano affogate nella birra e nella cocaina, e in violenze sessuali quasi quotidiane. C’è questo racconto di dispotismo crudele, di ossessione feroce, di gelosia sconfinata oltre la paranoia nella denuncia che la donna ha depositato a metà gennaio.
In pochi giorni la Procura ha ordinato accertamenti, ascoltato testimoni, verificato i punti chiave del racconto. Il marito, 41 anni, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Nell’ordine d’arresto firmato dal gip Gennaro Mastrangelo, alla fine dei capi d’imputazione, è scritto: «In Milano, dal giugno 2015 al 18 gennaio 2018». In questo periodo, lunghissimo, quella persecuzione familiare è andata avanti ogni giorno.
E sono proprio la quotidianità, la persistenza e la ripetitività delle aggressioni a rendere la vicenda di questa donna una delle più drammatiche violenze domestiche in città negli ultimi tempi. Lei l’ha nascosta per anni, inventando improbabili spiegazioni con i colleghi di lavoro quando le rimanevano sul collo i lividi per i tentativi di strangolamento della sera prima. La signora alla fine s’è affidata ai legali Elisa Boreatti e Gennaro Colangelo, che l’hanno assistita e sostenuta, fino a che ha firmato la denuncia. Dopo che la moglie ha trovato il suo ultimo impiego, si legge nella testimonianza riportata dal giudice, «la gelosia di mio marito è completamente degenerata, perché ha iniziato a picchiarmi solo per il sospetto che in ufficio intrattenga relazioni con altri uomini. Dopo ogni turno di lavoro mi picchia, perché mi accusa di non essergli stata fedele». La stessa situazione si ripeteva ogni sera, con violenze ancora peggiori, nella casa in cui vivevano i figli, minorenni, anche loro maltrattati. Alcuni testimoni hanno confermato la costante presenza dell’uomo, in attesa della moglie, davanti all’ufficio. Il giudice riconosce che la donna ha denunciato il marito attraverso «una narrazione precisa, coerente, dettagliata, ad ampio spettro, in cui è riuscita anche a descrivere gli effetti psicologici nefasti della condotta del coniuge, pregiudicato, nullafacente e vizioso, sui figli».
Al pm Stefano Ammendola sono state fornite anche alcune registrazioni, nelle quali si sente il marito insultare e colpire i figli. L’uomo è descritto dal giudice come un «cocainomane, sfaccendato, violento e denigratorio con i figli». La donna è stata più volte minacciata di morte e anche di essere sfregiata con l’acido. Ai legali e al magistrato ha detto: «Ho sopportato per tanto tempo solo perché cercavo di proteggere i miei figli».